domenica 1 gennaio 2017

GENNAIO

Il mio occhio s’è fatto pittore ed ha tracciato
L’immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
il mio corpo è cornice in cui è racchiusa,
Prospettica, eccellente arte pittorica,
Ché attraverso il pittore devi vederne l’arte
Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
Custodita nella bottega del mio seno,
Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.
Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
Son finestre al mio seno, per cui il Sole
Gode affacciarsi ad ammirare te.
Però all’arte dell’occhio manca la miglior grazia:
Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore.
William Shakespeare Sonetto XXIV
Ut pictura poësis, un quadro è come una poesia.. Ma cosa vedo quando guardo un quadro, cosa mi racconta, cosa mi nasconde.. C'è una storia dietro ad ognuno che il calendario di quest'anno proverà a raccontare.
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Renè Magritte - La riproduzione vietata - 1937
Il ritratto di Sir Edward James si trova al museo Boymans di Rotterdam e trattandosi di Magritte è meno inquietante notare che mentre il libro sulla mensola, "Le avventure di Gordon Pym" di Edgar Allan Poe, si riflette nello specchio non succede lo stesso con la figura dell'uomo di spalle.. Un ritratto senza volto... Forse una spiegazione ci viene dal sonetto di Shakespeare... Forse.
Edward James, che da molti era ritenuto il figlio illegittimo di Edoardo VII, aveva ereditato una fortuna dai genitori morti prematuramente e viveva nella tenuta di famiglia, West Dean House, un castello con più di 300 stanze nel Sussex. Si definiva "anarchico ma fedele alla corona britannica", era amico e mecenate nei tempi degli esordi di Picasso, Dalí ( che lo definì "l'unico autentico matto che conosco"!) dei più celebri surrealisti e dei più estremi dadaisti, frequentava Bunuel, Brecht e Huxley, dirigeva la leggendaria rivista "Minotaure". Molti di loro lo avevano immortalato in quadri oggi così famosi che nessuno si chiede quale sia il suo volto.
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Poi, nel 1945, si trasferì in Messico. E un giorno, in un luogo sperduto, nuotando in un torrente detto "delle sette pozze", rimase avvolto da uno sciame di farfalle. Lo interpretò come un segno del destino. Sarebbe rimasto lì, a Xilitla, oasi di giungla nel desertico San Luis Potosí, inseguendo il sogno di costruire quella che altri avrebbero chiamato "La Casa Infinita". Per quarant' anni ha diretto un esercito di muratori nella creazione di un delirio in cemento variopinto cercando l'armonia con la natura, mantenendo fede all'impegno di non tagliare un solo ramo e non recidere neppure un fiore. Archi orientali ricoperti di muschio, colonne rigonfie percorse da vertiginose scale a chiocciola che portano immancabilmente nel vuoto, gabbie aperte per animali che possono entrare e uscire a loro piacimento. Si è venduto tutto, compresi i dipinti più amati: Dalì, Picasso, Magritte. Il destino, che lo portò quaggiù, gli ha giocato uno scherzo crudele: è morto nel 1984 in Inghilterra, lontano dalla sua Xilitla, durante uno dei rari e fugaci viaggi, per vendere l'ultima tela di quella che fu una collezione invidiata nel mondo intero. Veleva pagare i muratori e continuare a sognare.
Tutto questo appartiene a un contadino indio, Plutarco Gastelum, che Edward conobbe quel giorno facendo il bagno nel torrente delle farfalle, e da allora rimasero amici per sempre, tanto da nominarlo unico erede. Erede del nulla architettonico proiettato nella giungla, mausoleo di fantasmi che si può solo attraversare e mai "vedere": non c'è punto da cui sia possibile ammirare le costruzioni da lontano, e capire dove sia l'inizio e la fine.