martedì 11 luglio 2023

SECONDA LETTURA

 


Beata Laduina. Le guance sono di quel rosa Tiepolo tendente al ciliegia inconfondibile.
Christie's quest'anno lo ha messo all'asta e valutato tra i 200.000 e 300.000 dollari.



                                                                             
 Parliamo di Roberto Calasso. Per chi non lo conosce: scrittore, saggista, editore e direttore editoriale della casa editrice Adelphi. Vladimir Nabokov ha parlato della letteratura come regno del superfluo e di quell’inutile che però risulta essenziale per vivere: "Il sapere di cui ho cercato di farvi partecipi è lusso, puro e semplice. Ma, se avrete seguito le mie indicazioni, potrà aiutarvi a provare il senso di appagamento puro e assoluto che dà l’opera d’arte ispirata e ben costruita, e quel senso di appagamento, a sua volta, contribuirà a creare una sensazione di serenità, di benessere mentale più genuino". Ecco, questo è leggere Calasso. I suoi testi sono rizomatosi, densi di riferimenti letterari e filosofici, sono testi coltissimi dove le immagini della storia dell’arte hanno avuto un ruolo importante.  "Il rosa Tiepolo", in particolare, cerca di cogliere attraverso gli affreschi, i quadri e le incisioni, il mondo dell’artista veneziano. Grande e incompreso, Giambattista Tiepolo, passò la vita ad eseguire opere su commissione in chiese, palazzi, ville di tutta Europa. Talvolta affrescando vasti soffitti, come per la Residenz di Würzburg o per il Palazzo Reale di Madrid. Intorno scorreva la vita di un’epoca, il Settecento, che lo apprezzò e ammirò, ma senza troppo preoccuparsi di capirlo.  Non molto si sa della sua vita, nota invece la sua disinvoltura pittorica, quella leggendaria celerità d’esecuzione e quel bisogno costante di irriverenza verso il sacro ed il profano, oltrechè verso i suoi potenti committenti. Tiepolo, come disse Manganelli "è un falsario”. I suoi personaggi, così spropositati e assurdi, sono menzogneri. I suoi affreschi celano enigmi, è un mondo parallelo dove ai santi è accordata una sensualità sfrontata. I significati sono sovrapposti. Le Dee hanno facce da sgualdrine; gli Dei quelle da commedianti; i pezzenti hanno abiti lussuosi. Munirsi di una lente d'ingrandimento per osservare i dettagli è un consiglio da non sottovalutare. Un esempio, inaspettato, lo possiamo vedere nell'affresco della Residenz-Würzburg: "Apollo conduce al genio della Nazione germanica Beatrice di Burgundia" nel particolare "Il fiume Main e Ninfa":




Tiepolo non dipinse però solo soffitti con cieli gremiti di figure volteggianti. È nelle  opere dipinte in libertà, senza acquirenti e committenti, che rivela il suo lato oscuro. Il suo segreto, che tale è rimasto, si trova in una sequenza di trentatré incisioni: i Capricci e gli Scherzi. Ciascuno di quei fogli è popolato da personaggi disparati e sconcertanti: efebi, satiresse, orientali esoterici, gufi, maghi, serpenti, are sacrificali, Pulcinella e Morte, con una predilezione per soggetti esoterici, demoniaci, enigmatici e sono tuttora un mistero dal punto di vista iconografico. Li ritroveremo tutti nelle pagine di questo libro, insieme a Venere, Tempo, Mosè, numerosi angeli, Armida, Cleopatra e Beatrice di Burgundia. 

Per Calasso G.B. Tiepolo sarà l’ ultimo soffio di felicità, in un’Europa, in un’epoca, che sta per finire ed il soffio, la modulazione della luce, nella sua opera davvero avvolgono ogni cosa. Una pittura fortemente erotica, in ogni sua fibra, distintiva ed onnipresente , un’esaltazione costante alla frivolezza, un piacere accompagnato da luce, dirà Leibniz. Ed proprio questo suo mondo fantasioso e fatuo, sconnesso con la realtà, dissonante, così lontano dal gusto e dalle mode dell’epoca, questa sua adorazione dell’immagine, il dominio del vedere sul pensare, quell’insistenza nel dipingere l’invisibile, quella ariosità e mancanza di gravità, ecco per tutto questo, verrà non compreso per lungo tempo, se non ignorato, disprezzato e maltrattato da un ambiente insofferente alle sue bizzarrie, alla sua insanabile ed incontenibile necessità di prodigi.

Dopo La rovina di Kasch, Le nozze di Cadmo e Armonia, Ka e K., Il rosa Tiepolo si presenta come quinto pannello di un’opera in corso dove tutte le parti elaborano materie molto diverse e tutte sono strettamente connesse fra loro, mentre nessuna è assegnabile a un genere canonico. Qui, fra l’altro, più di ottanta immagini fanno da contrappunto al testo, in una sorta di osmosi fra parola e figure.


"Il rosa Tiepolo" di Roberto Calasso


 "Letteratura assoluta" di Elena Sbrojavacca 

 

Da ascoltare su raiplaysound Gianbattista Tiepolo raccontato da Roberto Calasso:


https://www.raiplaysound.it/audio/2020/04/LA-GRANDE-RADIO---Giambattista-Tiepolo-colore-luce-fantasia-29e65d63-ef88-42a2-932b-8a7755d0fee7.html


Tiepolo a Venezia e Vicenza

sabato 1 luglio 2023

LUGLIO

 




                                                                           Malva sylvestris


 Madame Swann compariva, dispiegando attorno a lei un abito sempre diverso, ma che ricordo soprattutto viola"

 

 Odette non esce mai senza dei fiori viola appuntati sul petto. Gli Swann vivono a due passi dal viale delle Acacie e in casa loro enormi bouquet di violette di Parma troneggiano in salotto. All'ombra delle fanciulle in fioresi chiude con Madame Swann che passeggia per i viali del Bois con il suo parasole color malva. Odette cambia marito, abito e pettinatura ma il viola l'accompagna per tutta la Recherche. Swann si innamora di lei il giorno che va a trovarla: Odette è in casa malata e lui la trova pallida e delicata come una fanciulla del Botticelli, avvolta in una vestaglia "in crepe de Chine mauve".                                                                                                

Il color malva è una nuance della scala cromatica viola. Una gradazione intermedia tra il lilla e il color lavanda ma con diverse sfumature. Per secoli il viola fu prodotto naturalmente seguendo un laborioso processo di origine fenicia bollendo dei molluschi e ricavando dal loro muco un pigmento colorato. Come il blu il viola era difficile da ottenere e quindi esclusivo: se l'oltremare era il colore del potere divino, il viola simboleggiava la potenza terrena e impreziosiva gli abiti di imperatori, consoli, senatori. 

Il viola fu definito da Carl Gustav Jung “il colore tra l’umano e il divino, l’unione di due nature”, mentre Kandinskij affermava che “il viola tende ad allontanarsi da chi guarda” e che “ha in sé qualcosa di malato, di spento (cenere di carbone!), di triste”. L’artista evidenzia che nascendo il viola dall’unione di altri colori, presenta una forte instabilità “quando i colori si mescolano tendono a perdere l’equilibrio”.

La versione sintetica fu scoperta casualmente nel 1859 dal giovane chimico inglese Perkins. La ricetta si diffuse in breve tempo e per un lungo periodo il Nord Europa divenne mauve. Il viola era quindi un colore molto in voga all'epoca di Proust. Era la nuance preferita dagli impressionisti e sarti e creatori del tempo ne facevano largo uso; alla fine dell'Ottocento lo si vedeva così dappertutto che si finì per parlare di "decennio mauve".

 

Marcel Proust, da sempre desideroso di visitare Parma, pur non riuscendoci mai, riflette molto sul nome della città e sulle sensazioni che suscita in lui. L’autore della Recherche associa a Parma il color malva proveniente dalle sue celebri violette; la sola sillaba che in francese compone il nome “Parme” innesca una serie di corrispondenze sensoriali e trasmette a Proust un senso di pesante dolcezza che riporta il pensiero all’ “immensa coppa di cristallo zeppa di violette di Parma” nel salotto di Odette de Crécy.

È possibile, nella stagione giusta, visitare l'Orto Botanico di Parma e fare esperienza del viola di Proust..