Protagonista di Lisbon Story di Wim Wenders, Friedrich è un inquieto regista. Tormentato da dubbi sullo statuto del linguaggio cinematografico, si rifugia a Lisbona. Ha un sogno: azzerare la storia del cinema, ritornando alla lezione di Dziga Vertov. Per reagire alla corruzione determinata dalla televisione e dalla pubblicità, Friedrich si dedica a un film impossibile. Addio regia, addio montaggio. Ricorre a uno stratagemma alla Man Ray: senza mai guardare nel mirino della cinepresa, prova a fermare sulla pellicola ciò che Lisbona involontariamente produce ogni attimo. La sua rivoluzione: "immagini non guardate, riprese alle spalle". Perché "un’immagine che non è stata vista non può svendere nulla, è pura, vera, meravigliosa, innocente". E tale resta finché non viene catturata.
Phillip Winter riceve una cartolina da Lisbona: l'amico regista Friedrich lo invita come tecnico della sonorizzazione per il suo film. Ma giunto in città non ha notizie dell'amico perso a raccogliere le sue immagini. Dopo qualche giorno passato nella sua casa, trova del materiale girato e inizia a lavorarci. Gira per la città a cercare suoni. E sul suono, il lavoro di Phillip, in un vortice metaforico-teorico pazzesco: musicare immagini girate "mute" con una vecchia cinepresa degli anni Venti. Phillip non si perde nel pasticcio teorico del suo amico regista e vagabonda per la città alla ricerca dei rumori "assenti" nelle immagini registrate da Friedrich. E nella splendida scena dell'incontro con i Madredeus che possiamo vedere la "lezione" del cineasta di Düsseldorf. La dolce melodia proviene da lontano e Phillip la insegue per i corridoi fino in una stanza spoglia, dove il gruppo sta suonando Guitarra. Winter la ascolta, affascinato. Splendidamente Wenders non taglia o dissolve la canzone, ma ce la restituisce nella sua interezza, meraviglioso atto di devozione e al contempo di rispetto per la musica, in un'epoca dove il frammento regna sovrano.
Tutto il film è costruito sull'assenza. Sull'assenza di Friedrich, su quella del suono nelle immagini da lui girate. «Io ascolto senza guardare e così vedo» scrive Pessoa e Wenders aggiunge: «Lo scopo di questo film è stato quello di dimostrare che i suoni aiutano a vedere le cose in modo diverso».
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Alcune fonti da Ilgiorno