Gerald Murphy - Watch - 1925
«Sulla bella costa della riviera francese, a mezza strada tra Marsiglia e il confine italiano, sorge un albergo rosa, grande e orgoglioso...» E' l’Hotel du Cap, quello dell’incipit di Tenera è la notte di Francis Scott Fitgerald, ancora oggi prestigiosissimo ma bianco e non rosa. Lì vicino, Villa America aveva un' insegna dipinta dal proprietario che giocava sul tema della bandiera americana, anticipando di qualche decennio lo stile Jasper Johns, e fu, negli anni '20 dell' età del jazz e della Lost Generation, il centro di un piccolo mondo moderno in cui si sfiorarono, si conobbero, si amarono, si odiarono, alcuni dei personaggi più celebri dell' epoca. Villa America era la casa di Sara e Gerald Murphy. Che erano giovani, ricchi, belli, americani, eccentrici, fortunati, eleganti, felici, e furono per Francis Scott Fitgerald i modelli dei Diver di Tenera è la notte: il romanzo a loro dedicato. Ma troviamo pezzi di entrambi anche in Le nevi del Kilimanjaro, in Festa mobile, in Dos Passos. Attorno a loro, attorno alla loro casa e all' immagine dei belli e felici si raccolse un gruppo che era l' élite dell' arte, della cultura e del gusto di quegli anni e della Lost Generation: Pablo Picasso, Ernest Hemingway, Fitzgerald, Cole Porter, John Dos Passos, Dorothy Parker. Gerald era l' erede di una grande fortuna, un uomo colto e gentile che solo l' esagerata ricchezza allontanò da una strada nell' arte che gli si apriva davanti, come pittore e scenografo; un suo quadro gigantesco, Boatdeck, fu ospitato al Salon des Indépendents del 1924.
E' a Parigi, in anni esaltanti di avanguardie artistiche, che Gerald scopre la pittura, e inizia a fare quelle conoscenze che consolideranno il suo mito. Studia pittura con Natalia Goncharova e suo marito Michael Larionov che lo introducono nel circolo di Sergei Diaghilev’s dove diventa intimo di Jean Cocteau, Picasso, André Derain e Léger, che diventa il suo mentore. Gerald dipingerà solamente dal 1921 fino al 1929, elaborando uno stile assolutamente originale, che di fatto, supera cubismo e precisionismo. Realizza, in controtendenza, tele anche di grandissime dimensioni che esaltano oggetti di uso comune, colti dalla pubblicità o dagli scaffali dei negozi. Trasformati in icone. Un’intuizione che anticipa realmente il movimento pop art di Andy Warhol.