mercoledì 21 novembre 2018

NOIA


I nostri giorni sono completamente impregnati di Economia.
Lei è radicata nella nostra idea di amore.
Dà da mangiare ai bambini.
Lei pulisce le tombe dei cimiteri.
Apre ogni mattina le serrande delle caffetterie.
L’economia punta la sveglia di notte.
Lei stessa, prendendoti per mano, ti insegna quali città vorrai visitare.
La puoi incontrare passeggiando per Zurigo, per Valparaìso, per Beirut.
Lei ha contribuito ad abbattere il muro di Berlino, a bombardare Gaza, a illuminare il Maracanà durante i Mondiali.
Lei vagabonda per Ciudad Juàrez in cerca di donne sole, e tutte le notti dorme abbracciata a Jeff Koons.
La troverai nascosta in una conversazione tra due bambini.
La troverai travestita da sushi, travestita da chiromante, travestita da preservativo.
E in tutte queste occasioni, Lei ti convincerà di tutto, perché è l’unica capace di ordinare il mondo.
Perché Lei è infinitamente erotica.
E alla fine, quando scende la notte, tutti torniamo a casa camminando al suo fianco, Lei ci abbraccia e cominciamo a baciarci.
E noi ci lasciamo baciare.
L’unica cosa che l’Economia non ha ancora potuto comprare, l’unica cosa che non ha ancora persuaso e sedotto, è la Noia.
La Noia, in un certo senso, è anti-economica.
Le feste, le città e le persone sono tutte obbligate a non essere noiose.
Perché la Noia puzza di fallimento.
E io credo che la Vita abbia in sé molta Noia, e che nella Noia ci sia qualcosa di profondamente vero.
La Noia non ha neon, né costumi, non ha una colonna 
sonora.
E penso che la Noia nasconda ancora in sé particelle del vero, e già estinto, naturale ritmo umano.
Camminare e nulla più.
Guardare e nulla più.
Essere e nulla più.
Il giorno in cui abbiamo deciso di separarci dalla Natura, è stato il giorno in cui si è confusa la Noia
con la perdita di tempo.
Perché da questa presunta perdita di tempo nasce l’unica cosa che ci differenzia dagli animali: la riflessione.
L’umanità è avanzata perché qualcuno, a suo tempo, si è fermato a riflettere.
E noi, a causa di una sovra-stimolazione costante, pensiamo che qualsiasi assenza di stimolo sia una perdita di tempo.
Per questo, per favore, esigo tempo per annoiarmi.
Non mi intrattenete, non voglio vedere nulla, non voglio andare da nessuna parte.
....

                                                                          Pablo Gisbert



Ma la noia puo' essere anche creatrice.
Prima c'erano l'otium dei latini, l'accidia medievale, la melancholia rinascimentale, lo spleen: la noia come la concepiamo oggi e' un concetto recente, introdotto dalla modernita' per una societa' tecnologizzata che privilegia il lavoro e bandisce l'attesa. Ma per restituire spazio all'attesa occorre sottrarsi alla dittatura che prevede di occupare tutto il tempo libero. Perche' e' questa la condizione, diceva Hegel, in cui si cerca l'ignoto; e, aggiungeva Leopardi, e' qui che si coltiva "infelicita' da cui scaturisce la poesia.....





6 commenti:

  1. E' vero, la noia è anti economica, non ci avevi mai pensato. Bello questo scritto di un autore che non conoscevo.
    Un salutone e alla prossima

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ accadebis

      Gia' e quasi nessuno si annoia piu' se ha in mano un cellulare.
      Tempo fa il grande fratello si invento' il dopolavoro, che diede origine all'hobby, per tenere occupata la massa. Oggi gli basta metterle in mano un telefono e la massa non vede, non sente, non pensa....
      Ciao e grazie dei passaggi
      Julia

      Elimina
  2. Intendevo dire non ci avevo mai pensato, ma l'avrai capito lo stesso.
    Ciao

    RispondiElimina
  3. Bellissimo questo passo di Gisbert. Devo però tristemente annotare che l'economia ha portato anche alla celebrazione oggigiorno della superficialità e del vuoto interiore. E così temo che quei tempi morti che portano ad una sana riflessione in realtà oggi porterebbero molte persone a fissare banalmente il soffitto della loro stanza in attesa di riprendere in mano lo smartphone e postare il soffitto stesso su Instagram con scritto "meditazione in corso"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te. Ed io che amo la fotografia sono sconfortata nel vedere l'uso che ne viene fatto, banale e superficiale in questo caso sono eufemismi...
      Ciao e grazie del passaggio

      Elimina
  4. quanta attualità in questo passo di Gisbert...l'economia si è davvero impossessata delle nostre vite,ci accompagna in ogni momento e incide nelle nostre scelte,nelle accettazioni e nelle rinunce,nel lavoro e perfino negli affetti più cari...quanto alla noia,sto proprio in questi giorni leggendo "La nausea" di Sartre,e,confrontandola on "La noia" di Moravia e "Non chiederci la parola" di Montale ne trovo però una negatività esistenziale incapace di produrre determinazioni attive...forse solo l'esistenzialismo di Dostoevskij (del quale lo stesso Moravia si dichiarava "allievo") trova la possibilità di superamento del "male di vivere" nella fede e in Dio....
    Ciao Julia
    Clem

    RispondiElimina