Yves Klein - Hiroshima - 1961
In appena trentaquattro anni, tanto è durata la sua vita, e in soli sette anni di attività artistica, ha lasciato in eredità al mondo dell’arte oltre mille opere. Pur sperimentando la scultura, la pittura, la scrittura e pur essendo un grande appassionato di judo, il suo nome rimane legato a un colore: il blu.
“Essenziale, potenziale, spaziale, incommensurabile, vitale, statico, dinamico, assoluto, pneumatico, puro, prestigioso, meraviglioso, esasperante, instabile, esatto, sensibile, immateriale”. Così si espresse Yves Klein dopo aver creato il suo colore: International Klein Blue o meglio conosciuto come il blu Klein e siglato I. K. B.
“Sono giunto a dipingere il monocromo perché sempre di più davanti a un quadro, non importa se figurativo o non figurativo, provavo la sensazione che le linee e tutte le loro conseguenze, contorno, forme, prospettiva, componevano con molta precisione le sbarre della finestra di una prigione.”
Klein decide quindi di limitarsi a lavorare con un unico colore che di conseguenza avrebbe dovuto essere straordinario, intenso, evocativo. Sceglie il blu, o meglio, una particolarissima sfumatura di blu oltremare, che l'artista definisce "l'espressione più perfetta di blu. Il blu: la verità, la saggezza, la pace, la contemplazione, l’unificazione di cielo e mare, il colore dello spazio infinito, che essendo vasto, può contenere tutto. Il blu è l’invisibile che diventa visibile. Non ha dimensioni. E’ oltre le dimensioni di cui sono partecipi gli altri colori”.
E' impensabile poter riassumere in poche righe la vita, le idee e le opere, alcune antesignane come le Anthropométries, di questo artista.
Per approfondire consiglio T. Gilabert, Blu K. Storia di un artista e del suo colore, Skira editore.
E' un po' spettrale ma ha una sua bellezza. Bello il blu è uno dei colori che amo di più
RispondiEliminaUn salutone
Ero indecisa tra questo e il classico e notissimo quadrato blu, stile Malevich... Poi ho deciso per questo.
EliminaCiao e grazie