Paul Cezanne - Autoritratto - 1875
Paul Cezanne nell'arco della vita dipinse circa 200 ritratti di cui un quarto sono autoritratti; il primo autoritratto di giovane ventenne e l'ultimo pochi anni prima della morte nel 1906. Se gli impressionisti volevano cogliere la luce sfuggente, Cézanne punta a rappresentare la realtà delle forme e la solidità eterna delle cose. Dipingo corpi, non anime, disse l'artista, ammettendo però che “se i corpi sono ben dipinti, l'anima ci brilla dentro”.
Non aveva alcun interesse per l'introspezione psicologica, non voleva scavare nel cuore della persona ritratta o inviare messaggi sul suo stato d'animo.
Per lui i ritratti sono come i paesaggi o le nature morte: sono dipinti, e l'unica cosa che importa è la pittura e come riesce a rappresentare la realtà. Quello che contano sono le pennellate, e come in successione e sovrapposizione creano una struttura che diventa l'immagine.
In questo autoritratto giovanile, Cézanne, trentaseienne, si ritrae con lo sguardo severo, penetrante, risoluto. Un ritratto spietato e senza compiacimenti, metafora del rigore e del fervore ma anche dell'insoddisfazione con cui si dedicava alla ricerca pittorica. A quegli anni risalgono queste parole indirizzate alla madre: «Devo sempre lavorare, non certo per giungere al 'finito', che suscita l'ammirazione degli imbecilli. Porto a termine soltanto per il piacere di far cose più vere e più sapienti.»
E dei primi anni del Novecento è questo brano di lettera a Vollard, amico e primo grande collezionista delle sue opere: Ho conseguito qualche progresso. Perché così tardi e così faticosamente? Sarà l'arte effettivamente un sacerdozio che pretende dei puri che gli appartengano interamente?
E dei primi anni del Novecento è questo brano di lettera a Vollard, amico e primo grande collezionista delle sue opere: Ho conseguito qualche progresso. Perché così tardi e così faticosamente? Sarà l'arte effettivamente un sacerdozio che pretende dei puri che gli appartengano interamente?
Per Cézanne l'arte fu davvero una religione, ai cui misteri offerse da 'sacerdote' una devozione tormentata e assoluta.
Grande Cézanne, grande da tutti i punti di vista. E cosa hanno passato lui e la generazione dei pittori della sua generaione in un mondo dell'epoca così tanto ipertradizionalista in tutti i settori della società. Hanno dovuto, simbolicamente, "sfondare un muro" tremendo.
RispondiEliminaUn salutone e buon primo maggio
Cezanne poi ha sempre avuto un rapporto di sfida nei confronti dell'opera, ha sempre considerato il suo lavoro incompiuto ed era sempre teso ad arrivare a quello che lui definiva il porto, la meta dell'opera perfetta.
EliminaCiao e grazie
ciao. Innanzitutto il post precedente è bellissimo ma non capisco il titolo. Cezanne non è il mio preferito ma merita i tuo giysto approfondimento. questo calendario è proprio speciale non mi immaginavo che lui fosse così. è davvero bello poterli conoscere in viso. grazie come sempre.
RispondiEliminamarco
Il mio post è un omaggio alla natura nel giorno dedicato, il 22 aprile, alla terra..
EliminaHai ragione conoscerli così te li fa sentire più vicini, più umani.
Ciao e grazie