Paul Klee - Il giardino rosa - 1920
“Mentre Albertine parlava, guardavo le sue guance e mi chiedevo che profumo, che gusto potessero avere: quel giorno era, più che fresca, liscia, d’un rosa compatto, violaceo, cremoso, come certe rose dalla patina di cera. Mi appassionavo alle guance di Albertine come, a volte, ci si appassiona a una certa specie di fiori.”
Chi sono le donne della Recherche? Essenzialmente tre: Oriane, Odette, Albertine.
Parlando di queste donne Proust fa riferimento ad un colore preciso: il rosa Tiepolo. Fa capolino su di una stola di Oriane, su di una vestaglia di seta di Odette, nella fodera del mantello di Albertine. Proust conosceva bene il pittore veneto eppure non cita nessuna sua opera in particolare, per lui l'essenza di Tiepolo è racchiusa in quella sfumatura particolare, un rosa tipicamente veneziano, ricercato come il rococò e allo stesso tempo altero come Oriane, languido come Odette, sfuggente come Albertine. Proprio in quanto inno al potere della femminilità, il rosa è per molti versi un colore scontato, poco profondo e a tratti stucchevole. Macchia di colore maliziosa e ingenua, galeotta e inconsistente, il rosa nella Recherche è senza pretese. Proust lascia ad altri colori il compito di definire, lottare, imporsi. Al rosa dopotutto non è mai stato richiesto un grande ardore, soltanto grazia e voluttà.
da una rilettura di Marangoni " Proust. I colori del tempo"
Non ho scelto Tiepolo, nemmeno "La signora in rosa. Ritratto di Olivia de Subercaseaux Concha" di Giovanni Boldini, non Alma Tadema o Flora della "Primavera" di Botticelli, la " Venere Verticordia" di Gabriel Rossetti o il periodo rosa di Picasso ma la vertigine dei rosa di Klee....
Volendo approfondire il bellissimo libro di Roberto Calasso "Il rosa Tiepolo"