mercoledì 1 gennaio 2025

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Polimnia - II sec. - Centrale Montemartini - Roma

2 commenti:

  1. “Di qui avviene che l’impeto dello Amatore non si spegne per aspetto o tatto di corpo alcuno: perché egli non desidera questo corpo o quello: ma desidera lo splendore della maestà suprerna, refulgente ne’ corpi: e di questo si meraviglia. Per la qual cosa gli Amanti non sanno quello si desiderino, o cerchino: perché ei non conoscono Dio. l’occulto sapore del quale mise nelle opere uno dolcissimo odore di sé: per il quale odore tutto dì siano incitati.
    E sentiamo questo odore, ma non sentiamo il sapore. Con ciò sia dunque che noi allettati per il manifesto odore, appetiamo il sapore nascosto, meritamente non sappiamo, che cosa si sia quella che noi desideriamo”.
    (Marsilio Ficino, Sopra lo amore ovvero convito di Platone, SE Editore, Milano, 2003, Cap. VI, Delle passioni degli amanti, p. 37).
    Molte persone preferiscono ciò che è loro noto, ciò che è vicino, ciò che sembra disponibile, solo alcuni, curiosi, avventurieri, intraprendenti, smaniosi e insoddisfatti guardano oltre l’orizzonte e trovano più appetibile ciò che va al di là, ciò che non possono vedere, ciò che non sanno.
    Quando ho visto il famoso punto d’osservazione da cui Giacomo Leopardi guardava l’ “ermo colle” e in cui concepì “L’Infinito”, rimasi deluso: un panorama come ce ne sono tanti, un posto che in sé non aveva niente di bello o di poetico.
    Ci voleva tutto il genio di Leopardi per poter scorgere da li, all’istante: “ interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete […] ove per poco il cor non si spaura”.
    È un piacere venire qui e trovarti.
    Ciao 

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    Risposte
    1. Veniamo alla inclinazione dell’uomo all’infinito. [p. 274] Indipendentemente dal desiderio del piacere, esiste nell’uomo una facoltà immaginativa, la quale può concepire le cose che non sono, e in un modo in cui le cose reali non sono. Considerando la tendenza innata dell’uomo al piacere, è naturale che la facoltà immaginativa faccia una delle sue principali occupazioni della immaginazione del piacere. E stante la detta proprietà di questa forza immaginativa, ella può figurarsi dei piaceri che non esistano, e figurarseli infiniti; 1°, in numero; 2°, in durata; 3°, in estensione. Il piacere infinito, che non si può trovare nella realtà, si trova cosí nella immaginazione, dalla quale derivano la speranza, le illusioni ec.
      Giacomo Leopardi. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, Volume I. A cura di Giosuè Carducci. Le Monnier, 1898.

      Grazie Garbo.
      Ed è un piacere che tu venga qui a trovarmi, così….

      Ciao

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