martedì 21 maggio 2019

E per chi ama la fotografia

un'occasione direi unica: le due prime donne di Magnum sono protagoniste di altrettante retrospettive parallele in Italia: la Morath a Treviso, in Casa dei Carraresi, e la Arnold a Villa Bassi. Eve Arnold contende ad Inge Morath il primato di prima fotografa donna entrata a far parte della Magnum.
Serviva lo sguardo coraggioso di una donna per rompere il monopolio maschile dei giganti della Magnum e offrire un altro punto di vista per i ritratti e i grandi reportage che hanno fatto la storia del racconto per immagini. La mitica agenzia fotografica fondata a Parigi nel 1947 da Robert Capa e Henri Cartier Bresson, aprì nel 1951 le porte a Eve Arnold, prima donna a entrare nel cenacolo di maestri dello scatto. 
A far entrare Eve Arnold nella Magnum fu Cartier-Bresson, colpito dalle immagini di una sfilata di moda di modelle nere nel quartiere afroamericano di Harlem, bocciate per la pubblicazione in America perché ritenute troppo scandalose e poi uscite sulla rivista inglese Picture Post. Le donne viste da una donna sono state uno dei temi di spicco della grande artista. Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Joan Crawford sono tra le dive più famose della sua collezione. Poi furono le donne afghane ad occupare la scena per il progetto "Dietro al velo", sulla condizione femminile in Medio Oriente. A Long Island realizzò uno dei reportage più toccanti della sua carriera: "A baby's first five minutes", raccontando i primi cinque minuti di vita dei piccoli nati al Mother Hospital di Port Jefferson.  Fu sul set di "The Misfits", "Gli spostati", con Marylin Monroe e Clark Gable, con la regia John Houston e la sceneggiatura Arthur Miller, all' epoca marito della Monroe. E ancora realizzò un reportage su Malcom X, il leader radicale della protesta nera per poi dedicarsi alle stelle del cinema e ai grandi reportage in giro per il mondo, in particolare Afghanistan, Cina.
Inge Morath è la fotografa che scattò la foto di un lama dentro una macchina a New York. La moglie di Arthur Miller e madre della bellissima Rebecca, commediografa, regista. A sua volta moglie di Daniel Day Lewis. Intelligente, libera, cosmopolita, curiosa. Attraversa l’Europa, viaggia in Nord Africa e in Medio Oriente. Parla molte lingue, compreso il mandarino, appreso per ottenere il visto per visitare la Cina.
Anche lei approda a Reno, nel deserto del Nevada, sul set del film Gli spostati, film “maledetto” per molte ragioni. Fu l’ultimo lavoro di Marilyn Monroe. Clark Gable morì 12 giorni dopo la fine delle riprese e alcuni componenti della troupe si ammalarono per effetto delle radiazioni atomiche. Su quel set Inge conosce Arthur Miller, all’epoca sposato con Marilyn Monroe.Dopo il divorzio dalla diva, i due si sposeranno e rimarranno insieme per tutta la vita. 
Superlativi rimangono i suoi ritratti dei geni degli Anni 50/60. Harold Pinter, Anais Nin, Pablo Neruda, Doris Lessing, Pablo Picasso e Giacometti, per citare i più famosi.


Eve Arnold. All about women
Abano Terme, 17 maggio - 8dicembre

Inge Morath: la vita, la fotografia
Casa dei Carraresi, Treviso fino al 9 giugno



7 commenti:

  1. Grandi donne. Creative, intelligenti, lungimiranti...bel post informativo e belle le foto che hai postato con Marlele Dietrich e la testa di quel lama che esce dalla macchina.
    Un saltuone e alla prossima

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    1. Non sono le sole. Altre piu' o meno note hanno dato il loro contributo alla fotografia. Proprio il mese scorso sono finalmente riuscita a vedere una mostra di Vivian Maier... Amo in modo particolare il bianco e nero.
      Ciao e grazie

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  2. Grande Vivian Maier. A Genova, a Plazzo Ducale se non ricordo male, c'è stata una sua mostra che è la stessa che hai visto tu perché so che ha girato l'Italia ed ha avuto successo
    Un saltuone

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  3. Molto interessanti queste due mostre e la storia che racconti.Gli spostati è tra i miei cult-movie di sempre.

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  4. Adoro queste storie: vite, destini, intrecci che hanno lasciato un segno nel mondo...
    E amo Marilyn Monroe, anche quando non recita
    Ciao e grazie

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  5. Sono un fotografo amatoriale sempre in cerca di uno scatto interessante, ma che non si applica assiduamente nella conoscenza approfondita del suo mezzo digitale per migliorarne le prestazioni: qualche immagine colta da me la puoi ammirare nel mio blog, insieme ad immagini che trovo in rete e che mi colpiscono nell’insieme o in qualche particolare.
    Le mostre fotografiche, complice la vicinanza al luogo dove abito, le ho viste tutte e tre (anche quella veneziana di Letizia Battaglia) e le ho trovate tutte straordinarie.
    Trovo che il mondo raccontato per immagini da una donna sappia essere molto più interessante di quello raccontato da un uomo o, almeno, sia più arricchente per un uomo degli scatti di un fotografo di sesso maschile, perché ti da un punto di vista diverso, inatteso e coglie cose che noi uomini in genere non vediamo, ma quando le notiamo allora riusciamo ad apprezzarle.
    Oltre alle tre fotografe citate apprezzo anche moltissimo Dora Maar, le cui foto sono ancora vivide nella mia mente dalla sua mostra a Venezia nel 2014 e, naturalmente, anche Vivian Maier.
    Domani, in limine mortis per la mostra stessa, andrò a vedere Boldini e la moda a Ferrara al Palazzo dei Diamanti, non sono mai stato deluso dalle mostre ferraresi; mi piacerebbe molto, ma temo di non farcela, vedere la Madonna Benois di Leonardo dell’Ermitage che sarà a Fabriano per tutto il mese di giugno.
    Nel tuo post si coglie l’entusiasmo e la passione per la fotografia e per l’arte, in genere visiva, e sono entrambi coinvolgenti.
    Ciao

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    1. Anche io sono un po' come te... Il mio limite e' che a differenza di Vivian Maier non porto sempre con me la macchina fotografica. Supplisco a volte con il telefono. Molte sono le volte che mi pento. Quante foto bellissime ho fatto solo imitando lo scatto.
      Quando ho scritto il post ho pensato a te ed ero quasi sicura che almeno una non ti sarebbe sfuggita. Come ti invidio, in senso buono ovviamente :-) I musei e le mostre sono la mia passione.
      Per quanto riguarda la diversa sensibilita' della fotografia femminile credo sia anche dovuta al fatto che le donne assorbono in modo diverso le informazioni di carattere sensoriale e hanno una emotivita' piu' sviluppata, ma questo tu lo sai molto meglio di me...
      Ciao e grazie

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