"Conoscete Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry? Wes Anderson è il piccolo principe fatto adulto".
Chi conosce e ama i lavori di Wes Anderson non puo' non condividere la citazione di F. Murray Abraham, uno dei protagonisti del film Gran Budapest Hotel.
Film del 2014 che ha aperto la 64esima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino e che si e' aggiudicato il Gran premio della giuria.
Ispirato alle opere di Stefan Zweig e' un libro nel film e anche un film nel film.
Un intreccio di storie, racconti e aneddoti perfetto, articolato su piani temporali diversi, capace di far rivivere a chi assiste alla scena atmosfere e narrazioni passate e presenti. Una commedia rocambolesca e acrobatica, ricca di fughe e travestimenti, di personaggi variopinti, contraddittori o deliziosamente sinistri.
Il primo e fondamentale insegnamento di questo film è che da un buon insegnamento deriva un buon apprendistato. Insegnare significa educare e l’educazione non è qualcosa che si impara sul momento e poi si dimentica come una brutta lezione di filosofia. Educare significa anche preparare una buona base per costituire il meglio. Umanità, civiltà, amicizia, fratellanza e dolcezza, sono le parole chiave portate a espressione magistrale in Grand Budapest Hotel. Un film che insegna a vivere e a con-vivere, cioè a vivere con sè stessi essendo amici di sè stessi, per usare un’espressione di Seneca, e al contempo ad essere amici degli altri.