Cattedrale - Auguste Rodin
Il proprietario della Shakespeare and Company, famosa libreria parigina, racconta di come i suoi giovani clienti cerchino di voltare le pagine facendole scorrere..
Filosofi, teorici sociali, psicologi, antropologi, sono tutti concordi nel dire che l'era digitale ha cambiato molti aspetti dell'esperienza ma la sua caratteristica piu' evidente, e forse la piu' trascurata, e' che consente di tenere le mani occupate in molti modi inediti. L'uso delle mani sta cambiando. Ma da che e' mondo le mani creano. Il pensiero è pensum, dal latino pesare, quel quantitativo di lana che serviva poi a lavorare e comporre qualcosa di più complesso. Il pensiero è il materiale grezzo, manipolato dalle mani. Il modo più arcaico e diretto di pesare è attraverso le mani, così le mani sono il mezzo originario che ci permette di pensare.
Quintilliano descrisse il modo in cui le mani possono essere usate " con esse chiamiamo, chiediamo, promettiamo, congediamo, minacciamo, supplichiamo, abominiamo,
esprimiamo terrore, neghiamo, giudichiamo, interroghiamo".
esprimiamo terrore, neghiamo, giudichiamo, interroghiamo".
Credo poi che Rilke nel suo libro Rodin abbia fatto delle mani poesia:
"Nell'opera di Rodin ci sono le mani, piccole mani autonome che senza appartenere a un corpo, hanno vita. Mani che si levano, irritate e rabbiose, mani le cui cinque dita sembrano abbaiare come le cinque gole di un molosso infernale. Mani che camminano, che dormono, mani che si ridestano; mani delittuose, gravate da tare ereditarie, e mani stanche, senza più volontà, che si sono accasciate in qualche angolo come animali malati, e sanno che nessuno verrà loro in aiuto. Ma le mani sono pur sempre un organismo complesso, un delta in cui molta vita confluisce da lontane origini per riversarsi nella grande corrente dell'azione. Le mani hanno una storia, un cultura, un particolare bellezza; si concede loro il diritto di avere un proprio sviluppo, propri desideri, sentimenti, capricci e passioni."
E le nostre, di mani.....