Frédéric Bazille, Ritratto di Pierre-Auguste Renoir (1867)
“Sono come un sughero gettato in acqua che si lascia trasportare dalla corrente. Mi consegno alla pittura senza chiedermi che cosa sia”.
La scelta e' caduta su questo ritratto dalla posa insolita. E' un giovane Renoir, ventiseienne. Qualche critico l'ha definito sfacciato. Io lo trovo semplicemente se stesso nel suo donarsi a chi guarda.
Pierre Auguste Renoir è uno degli artisti più noti e amati di tutto il Novecento e probabilmente di tutta la storia della pittura. La ragione di questa popolarità risiede principalmente in due fatti: il suo ruolo di grande protagonista dell’Impressionismo e la piacevolezza accattivante dei suoi quadri.
A dispetto della grave forma di artrite reumatoide che lo colpisce verso i cinquant'anni, della sofferenza e della progressiva infermità, Renoir ritrova nell’arte la vivacità dello spirito creativo, avidamente desideroso di sperimentare, e continua a lavorare nonostante l’inaudita difficoltà fisica, continua a dipingere un mondo senza tristezza, concedendosi ancora in mille occasioni a un infantile stupore.
L’aggravamento della malattia lo portò ad escogitare il ricorso a strumenti di propria invenzione che potessero in qualche modo sostituire il normale cavalletto: l’artista negli ultimi tempi utilizzò un cavalletto realizzato appositamente per lui secondo il principio del telaio tessile, con la tela montata su una serie di cilindri. La tela veniva fissata a stecche di legno, che potevano ruotare attorno a due perni collegati dalla catena della sua vecchia bicicletta e manovrati da una manovella per muovere la tela su e giù. Il dipinto arrotolato gli permise di continuare a dipingere opere di grandi dimensioni come Le grandi bagnanti una delle opere realizzate con questo sistema.
Questa testimonianza di straordinaria generosità intellettuale ed umana di Renoir può essere per noi tutti esempio di come dall’amore per la vita, di cui l’arte è una delle espressioni più alte, possa scaturire il coraggio per combattere una lunga sofferenza.
Caspita che vita che ha avuto Renoir. Avevo letto alcune sue biografie, sapevo della malattia ma non conoscevo il resto che hai descritto così bene. Le sue parole ad inizo del post sono emblematiche.
RispondiEliminaFa sempre piacere passare dal tuo blog
Un salutone e alla prossima
Quando scrivo le pagine di questo calendario non mi piace dilungarmi troppo.. In molti casi come questo avrei moltissimo da raccontare e mi auguro che chi passa, incuriosito, approfondisca l'argomento..
EliminaCiao e grazie
Sono un appassionato dell'impressionismo....in particolare di Monet... interessante e originale la lettura nuova che dai del profilo di Renoir
RispondiEliminaCiao Julia e buon giugno
Clem
Allora siamo in due.. :-)
EliminaGrazie Clem e buon giugno a te
Ciao. Ecco un altra bellissima pagina. Bazille non lo conosco ma renoir è un mito. Queste cose che racconti sono un piacere. Grazie. Marco
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