Albedo - Emil Alzamora
La scultura è come l’arte drammatica, la più difficile e insieme la più facile di tutte le arti. Copiate un modello, e l’opera è compiuta; ma imprimervi un’anima, creare un tipo, nel rappresentare un uomo e una donna, è il peccato di Prometeo. Nella scultura questi successi sono rari quanto nell’umanità lo sono i poeti. Michelangelo, Michel Columb, Jean Goujon, Fidia, Prassitele, Policleto, Puget, Canova, Albrect Durer sono i fratelli di Milton, di Virgilio, di Dante, di Shakespeare, di Tasso, di Omero e di Molière. L’opera di questi scultori è così grandiosa che basta una sola statua a rendere immortale uno di loro.
Cosi' la pensava Honoré de Balzac.
Le sculture minimaliste di Emil Alzamora rappresentano il corpo umano nella sua forma più pura. Le sue figure sono spesso raffigurate come se fossero catturate in uno stato di animazione sospesa influenzato da forze interne ed esterne. Anonime, simboleggiano una comprensione universale per il corpo umano nelle sue varie manifestazioni.
L'artista afferma: “Il per sempre è adesso. La scultura è l'incarnazione perfetta di questa atemporalità ”. La sua intenzione è quella di catturare questa "sospensione" temporale e condividere la sua esperienza del "presente allargato."
Non conosco questo scultore, e ho sentito l’esigenza di vedere altre sue opere nel sito che hai indicato e facendo una ricerca per immagini su Google, senza leggere testi e didascalie; ne ho apprezzate parecchie, in particolar modo il ciclo Mother and Child, in ceramica.
RispondiEliminaSe il suo intento è quello di cogliere la figura umana “nella sua forma più pura”, in equilibrio fra interno ed esterno e in un gesto universale immerso in un presente sospeso e sostanzialmente eterno, allora è un artista controcorrente, credo che all’universalità delle forme e delle idee gli artisti moderni e post-moderni abbiano rinunciato già da tempo, gli ultimi a creare qualcosa con questi propositi furono forse i manieristi del XVI° secolo, poi già l’arte barocca defluisce nel particolarismo e nell’individualismo.
Caravaggio non tenta di dipingere un Cristo o una Madonna universali, ispirandosi ad un’idea divina, e non tenta di presentarceli in una posa divina che dai suoi quadri in poi si stabilizzerà e sarà il modo predominante di raffigurare la divinità, il suo Cristo e i suoi apostoli vengono fuori dalle osterie, i loro volti e le espressioni sono quelli di gente vissuta, i loro abiti sono quelli del popolo, e i pellegrini sono rappresentati a tergo, in un gesto che solo qualche decennio prima sarebbe apparso irrispettoso o addirittura osceno, e sono scalzi, come molto probabilmente lo erano i pellegrini quelli veri, almeno quelli poveri (che erano in maggioranza) e con i piedi sporchi per aver calcato la nuda terra per chissà quante leghe.
Ciao
Amo i tuoi commenti... E come a te mi è piaciyta molto la serie mother and child. Non ho ben capito a quale corrente appartiene, ormai le definizioni nell'arte sono istrioniche.. Resto dell'idea di farmi trasportare dalla bellezza secondo me!
Elimina:-)
Ciao e grazie
Piaciuta, disguidi da telefono...
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