martedì 18 gennaio 2022

MUSICA CALLADA






La musica di Mompou è difficilmente inquadrabile in una precisa corrente artistico-culturale, non è innovativo, in quanto non usa espedienti originali ma è originale perché utilizza e mescola ingredienti antichi in maniera personale, fino a dare alla sua musica qualcosa di nuovo. La sua è musica callada. Come può una musica, che è fatta di suono, essere silenziosa? Federico Mompou rende udibile questo contrasto, questo ossimoro, scrivendo 28 brani che danno voce alla profondità del silenzio, che forniscono la chiave per accedere a un mondo altro, il mondo della nostra interiorità, della meditazione, della riflessione. E dunque la scrittura di Mompou per dar voce a questo silenzio si fa essa stessa essenza scarna, lontana da ogni forma di virtuosismo pianistico in assoluta libertà. Musica silenziosa dunque, che il compositore trasse nell’ispirazione da San Juan de la Cruz, San Giovanni della Croce, grande poeta e mistico spagnolo del Cinquecento. Scriveva infatti San Juan de la Cruz in alcuni versi del suo Cantico spirituale:

La noche sosegada/en par de los levantes del aurora,/la música callada,/la soledad sonora,/la cena que recrea y enamora...

La notte placata / nel punto in cui sorge l’aurora, / la musica zittita / la solitudine sonora, / la cena che ristora ed innamora...

sabato 1 gennaio 2022

GENNAIO


       Georges de La Tour, San Giuseppe falegname, 1640



"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce".

(Platone)


È la luce che ha il potere di rivelare gli elementi del mondo naturale e di farceli percepire, dando loro definizione e delineandone le forme. Si distribuisce sugli oggetti, modulando la propria intensità in relazione alle caratteristiche della superficie e alle sue variazioni, suggerendo la tridimensionalità degli oggetti stessi.

La luce è anche un indicatore di profondità spaziale: definisce la posizione degli oggetti che, allontanandosi, diventano sempre più incerti, sfumano e poi svaniscono. Gli studiosi medievali attribuivano alla luce un potere divino: un alone luminoso, un raggio di sole o la brillantezza dell’oro indicavano la presenza di Dio. A partire dal XV secolo, col Rinascimento, fu considerata non più come evento soprannaturale, ma come mezzo per indagare e descrivere la realtà, definendo lo spazio, insieme alla prospettiva. In Età barocca fu impiegata per generare violente e drammatiche contrapposizioni di toni chiari e scuri. Con i pittori impressionisti acquisisce fondamentale importanza, mediante l’accostamento di colori puri, senza mescolanze, con risultati di grande brillantezza e luminosità. E infine le avanguardie del XX secolo, soprattutto l’Espressionismo, hanno dato particolare rilievo alle contrapposizioni di luci e ombre, spesso definite con colori violenti e antinaturalistici. 

"La luce può essere delicata, pericolosa, onirica, nuda, viva, morta, nebbiosa, chiara, calda, scura, viola, primaverile, cadente, dritta, sensuale, limitata, velenosa, calma e morbida".

(Sven Nykvist)