venerdì 1 aprile 2022

APRILE


Rembrandt Harmenszoon van Rijn - Filosofo in meditazione - 1632



Sul sito del Louvre, nel commento a questo quadro, leggiamo che in Rembrandt l'oscurità non ha il valore drammatico che in Caravaggio equivale all'ignoto e alla paura che avvolge il mondo, il buio è piuttosto un rifugio che si apre di quel tanto da permettere alla luce di confortarci col suo tiepido calore.

Nel tempo gli studiosi di Rembrandt hanno scorto molto di più che belle figure con i giusti colori, piuttosto una riflessione sul mondo e sulla condizione umana. Alcuni autori hanno visto, dietro alle storie prese in prestito dalla tradizione, che aveva “tratteggiato un’infinità di pensieri”; e lo descrivono come profondo e inafferrabile: “Non sappiamo che cosa dire: restiamo in silenzio, “riflettiamo”, di fronte alle sue opere. Nel 1999, Simon Schama riconosce che Rembrandt è un maestro dell’emozione, ma aggiunge: “Sin dall’inizio Rembrandt fu anche un acuto pensatore, tanto filosofo quanto poeta”.

Per qualcuno la vera protagonista fra le due figure del quadro è la scala a chiocciola, vista come essenza ondivaga del pensiero. E citando William Blake, secondo il quale quello che oggi possiamo dimostrare un tempo era solo immaginato, altri si lasciano indurre dalla suggestione e vedono la forma della nostra essenza biologica, la doppia elica del DNA...



 Consigli di lettura


 "Il caso Rembrandt" di Tzvetan Todorov

 "Gli occhi di Rembrandt" di Simon Schama

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