venerdì 8 aprile 2022

IL FILOSOFO

 

Durante l'open day “Portes Ouvertes”, della Concordia University di Montreal, presso la quale lavorava, si presentò un membro della tribù nativa americana dei mohawk. L’uomo chiese a Smith, incaricato di incontrare coloro che fossero stati interessati all’iscrizione, quale tipo di filosofia insegnassero. Smith rimase sorpreso quando l’uomo aggiunse: «Sa, anche noi abbiamo la nostra filosofia» e replicò con uno scettico: «Ah, davvero?». Solo in seguito capì che l’altro aveva però ben colto “la sufficienza e l’arroganza” della sua risposta. Dopo poco l’uomo se ne andò e non si iscrisse mai in quell’università.

Di questa esperienza personale dolorosa ne parla con umiltà l'autore del libro" Il filosofo. Una storia in sei figure" Justin E.H. Smith, docente di Storia e filosofia della scienza all’Université Paris Diderot. Egli continua con un’impietosa autocritica, osservando che i filosofi accademici, «visti dall’esterno, sono solo una istanza particolare di qualcosa che ha molte forme. Pensano di rappresentare la filosofia come civiltà, mentre ciò che esiste sono solo molte, e diverse, culture filosofiche».

In questo saggio l'autore individua sei personaggi tipo che hanno svolto il ruolo del filosofo in molte società diverse di tutto il mondo nel corso dei millenni: il Curioso, il Saggio, il Polemico, l’Asceta, il Mandarino e il Cortigiano. 

Il Curioso incarna un atteggiamento ora andato perso, ma vivo nell’antichità, in cui tutto era degno di interesse per il filosofo, dalle tempeste all’anatomia animale.

Il Saggio è la figura socialmente venerabile, capace di vivere in una cultura, coglierne criticamente gli elementi portanti, sapendo prenderne le distanze.

Il Polemico nel libro è rappresentato esemplarmente da un personaggio frustrato, che ignora le esigenze di rigore e scientificità dell’accademia e cerca di attirare su di sé l’attenzione. 

Le figure dell’Asceta e del Mandarino, poi, rappresentano rispettivamente una il filosofo capace di distacco dalle cose del mondo, l’altra quello che appartiene a una struttura sociale d’élite in cui il singolo esercita la propria professione.

Il Cortigiano, infine, è colui che cerca di inserirsi nella società non per cambiarla, ma «per far avanzare se stesso e la propria fama».

La lista non pretende l’esaustività: l’autore infatti ammette che se ne potevano aggiungere altre, come ad esempio quella del Ciarlatano o quella del «guru del self-help che promette di spiegare tutto ciò che è necessario sapere». Smith ritiene però che questa classificazione consenta di spiegare il lavoro e l’impatto sociale di tutti coloro che nella storia sono stati chiamati filosofi.

Il risultato è allo stesso tempo un' introduzione non convenzionale alla storia della filosofia e un'esplorazione originale di ciò che la filosofia è stata e potrebbe tornare ad essere.









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