sabato 1 aprile 2023

APRILE

 


Nut  -  Dea egizia del cielo

“Dopo aver attraversato in pieno sole il giardino dell’Arena, entrai nella Cappella di Giotto, dove l’intera volta e gli sfondi degli affreschi sono così turchini da far credere che la radiosa giornata abbia, anch’essa, oltrepassato la soglia insieme al visitatore per mettere all'ombra e al fresco, per un istante, il suo cielo puro; il suo cielo puro fatto appena più cupo dall'essersi sbarazzato delle dorature della luce, come in quelle brevi tregue che interrompono le più belle giornate quando il sole, senza che si siano avvistate nuvole, volge altrove il suo sguardo e per un momento l'azzurro, ancora più dolce, s'incupisce.”


Proust aveva scoperto l'opera di Giotto attravrso i testi di John ruskin e durante il suo viaggio in Italia nel 1900. Gli affreschi lo colpiscono talmente che tredici anni dopo durante la stesura delle Recherche vorrebbe chiamare una parte dell'opera I vizi e le virtù di Padova diventata poi Sodoma e Gomorra. Protagonista della cappella padovana è proprio il blu abbagliante che nel tempo non ha perso il suo smalto. Pigmento principe nella storia del colore era estratto dal lapislazzuli e quindi rimasto per secoli appannaggio dei committenti più ricchi visti i costi proibitivi. Arrivava dall'Oriente e il suo nome, oltremare, richiama le epiche traversate. Questo blu, legato all'innocenza e alle emozioni infantili lascia spazio a una tinta più crepuscolare, il blu di Prussia:
.." Il suo viso s'andava coprendo di piccole chiazze blu di Prussia, che sembravano non appartenere al mondo dei vivi.."
Un blu carico di luce ritorna nel finale del "Tempo ritrovato":
 ..."Una nuova visione azzurra passò davanti ai miei occhi; ma era un azzurro puro e salino, che si gonfiò in sinuosità bluastre.." 
" L'art c'est l'azur" ha scritto Victor Hugo. E non è un caso, forse, che i pomeriggi immersi nei libri a Combray fossero "azzurri come la superficie del silenzio."

Da una rilettura di Marangoni "Proust. I colori del Tempo"


Non ho scelto l'immagine assai nota della Cappella degli Scrovegni ma un papiro raffigurante la dea egizia del cielo Nut. La somiglianza con Giotto è emozionante.

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