venerdì 7 aprile 2023

BISOGNA SCRIVERE





Satana all'inferno per teEd è più moderno di teAvremo divani fondi come tombeStando a quanto dice Baudelaire, Baudelaire, Baudelarie
Cristo muore in croce per mePietro brucia in croce per teSanta è la bellezza, tanta è la pauraFai come faceva Baudelaire, Baudelarire, Baudelaire
Pasolini è morto per teMorto a bastonate per teNello stesso istante in qualche altra spiaggiaSi è fatto l'amore uniti contro il mondo
È necessario credereBisogna scrivereVerso l'ignoto tendereRicordati Baudelaire, BaudelaireBaudelaire, Baudelaire, Baudelaire
Caravaggio è morto per teLuigi Tenco è morto per teNei fiori dei campi vive Piero CiampiBisogna studiare Baudelaire, Baudelaire, Baudelaire
Saffo s'è ammazzata per noiSocrate suicida per noiVivere per sempre, ci vuole coraggioDatti al giardinaggio dei fiori del male
È necessario vivereBisogna scrivereAll'infinito tendereRicordati Baudelaire, Baudelaire, Baudelaire, BaudelaireBaudelaire, Baudelaire, BaudelaireBaudelaire, Baudelaire, yeahBaudelaire, yeah


 

3 commenti:

  1. Simpatico il tuo post e il riferimento che hai preso con il
    binomio Baustelle - Baudelaire che mi piace molto.
    Passa una bella pasqua e serena pasquetta.
    Un salutone e alla prossima

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  2. “È necessario vivere / Bisogna scrivere / All'infinito tendere”. Non sempre è facile “vivere, scrivere e all’infinito tendere”, talvolta te ne manca il tempo, talaltra la voglia e più spesso ancora ti chiedi se serve ancora a qualcosa; è più facile darsi al “giardinaggio dei fiori del male”. Gli esempi che fa Baustelle più che di conforto fanno rabbrividire: sembra che chiunque abbia detto, fatto o scritto qualcosa di speciale poi sia dovuto morire.
    Ciao

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    Risposte
    1. Avremo letti pieni di profumi leggeri,
      divani profondi come tombe,
      e sulle mensole fiori strani,
      dischiusi per noi sotto cieli più belli....

      La morte degli amanti da I fiori del male

      Mi sono imbattuta in questo brano per caso, ascoltando una lezione su Baudelaire. Non conoscevo i Baustelle e mi hanno colpito. La mia riflessione non si è focalizzata sulla morte ma proprio su quel bisogna scrivere, quel tendere all'infinito. La scrittura e in particolare la poesia diventano il motore del nostro agire, tendere all'infinito, staccarsi dalla finitezza mondana attraverso l'autocoltivazione, avvicinarsi al trascendente.
      Ti lascio il commento che l'autore del testo ha rilasciato in un'intervista:

      “Il messaggio non è cercare nell’arte la soluzione al male di vivere o trovare un motivo per vivere nell’arte, ma cercare di vivere la vita come se si stesse creando un’opera d’arte. Il testo di Baudelaire parla della possibilità di applicare il metodo di creazione, tipico dell’arte, alla vita; non invita tutti a fare i poeti, i pittori o i musicisti per stare meglio, ma a vivere come se si stesse creando di continuo un’opera d’arte. La canzone funziona anche in quanto elenco di personaggi che con la loro vita si sono meritati l’eternità. Il significato è proprio quello: non prenderli ad esempio per la brevità della loro vita, ma per quello che possono insegnarci” ...“Baudelaire” indica una possibile via, specie se sei ateo come me e non hai la certezza della salvezza ultraterrena e devi sforzarti di trovare dei modi per dare senso alla vita. Il pezzo dice: prendi esempio da Baudelaire, e da altri personaggi elencati, come Pasolini, Piero Ciampi. È un inno alla vita, anche se paradossalmente tutti gli artisti citati sono morti giovani. Ma bisogna prenderli ad esempio perché hanno scritto, hanno vissuto la propria vita come se fosse un romanzo, hanno cercato la bellezza e l'arte.
      ( intervista tratta dal libro I Baustelle mistici dell’Occidente – un’assurda specie di preghiera che sembra quasi amore, di Paolo Jachia e Davide Pilla, ed. Ancora, Milano 2011)
      In appendice c'era questo:

      ...È un caso che gli autori della colonna sonora degli ultimi decenni – da Jim Morrison a Ian Curtis, dai The Cure ai The Smiths, fino ai nostri Franco Battiato e Baustelle – abbiano trovato nel sentire individuale di quel flâneur di metà Ottocento l’afflato sempiterno dell’uomo e dell’artista contemporaneo desideroso di aprire “le porte della percezione”. 
      Proprio la musica, secondo il poeta, ha la capacità di liberare l’immaginazione, ha il potere eccitante di farci raggiungere territori inaccessibili alla coscienza. Ecco il paradiso artificiale che Baudelaire ci ha insegnato a riconoscere: la melodia e la parola sono i mezzi mistici privilegiati che “invitano al viaggio” in mondi meravigliosi e sconosciuti.


      Grazie Garbo del passaggio e, se posso permettermi, noto una specie di stanchezza nel tuo commento...
      Ciao
      Julia

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