Il bacio materno - Eugene Carriere - 1890
“Notai che si era cambiato d’abito. Questo era ancora più scuro; e, certo, la vera eleganza è meno lontana dalla semplicità che non la falsa; ma c’era qualcos’altro: guardando un po’ meglio, ci si accorgeva che se il colore era quasi completamente assente dai suoi vestiti, non era perché chi l'aveva bandito lo trascurasse, ma piuttosto perché, per una ragione o per l'altra, se lo proibiva. E la sobrietà ch'essi documentavano pareva scaturire, più che da una mancanza di golosità, dall’ obbedienza a una dieta. Un filo verde scuro corrispondeva, nel tessuto dei pantaloni, alla riga delle calze, con una raffinatezza che tradiva una vivacità di gusto altrove costantemente repressa e cui quell’unica occasione era stata fatta per tolleranza, mentre sulla cravatta una macchia rossa risultava impercettibile come le libertà che non osiamo prenderci.”
Se in un romanzo come la Recherche la presenza di alcuni colori è determinante anche la loro assenza si rivela significativa. Al pari del colore, il non colore è ricco di significati più o meno espliciti. Il barone di Charlus, Palamede, ad esempio, al colore ha rinunciato e veste solo abiti scuri, illudendosi così di distogliere il mondo dal suo “charlismo”. In realtà è proprio questa sobrietà forzata a far risaltare dettagli quasi impercettibili, e a svelare quello che i suoi completi austeri tentano di nascondere.
Il termine charlisme, charlismo, è un neologismo inventato da Proust; indica l’omosessualità tormentata del barone per il quale il piacere è indissolubilmente legato al complesso di colpa. Quello dell’omosessualità all’epoca era un argomento scomodo ma Proust lo rende protagonista del quarto libro della Recherche “Sodoma e Gomorra”. Scrive di omosessualità in un tempo (i primi del Novecento) in cui “l’inversione” era ancora condannata e spesso processata; poco più di dieci anni prima, in Inghilterra, Oscar Wilde era per questo stato destinato ai lavori forzati. Eppure i lettori dell’epoca non ne furono scandalizzati e la Recherche si risparmiò la messa all’indice. Qui il personaggio di Charlus è tratteggiato nettamente: di facili furori, dallo sviluppato e raffinato senso estetico, cultore di arti, isterico, dominato dalla sua omosessualità (cui d’altra parte tutti fanno sottinteso ma costante riferimento quando si parla di lui o lo si vede in società) e dai modi effeminati e che sfuggono continuamente al suo controllo. E con lui il colore scompare. Appare il non colore.
Il bianco è formato dalla somma di tutti i colori dello spettro elettromagnetico. È un colore con alta luminosità ma senza tinta e infatti viene anche detto acromatico. Il suo opposto è invece il nero, che è dato dall'assenza di tutti i colori. Poiché sia il bianco che il nero non hanno una lunghezza d'onda specifica, non possono essere considerati come colori. I colori neutri sono, per definizione, quelli a bassa saturazione o intensità e in generale non possiedono una tonalità prominente. La scala dei colori neutri va dal bianco al nero, che sono considerati i più rappresentativi di questa categoria; colori freddi e miti che includono il grigio, il beige, il nero e qualche tonalità di marrone. Quest’ultima tra le preferite di Charlus.
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