sabato 28 giugno 2025

COSÌ FAN TUTTI

 Mi trovavo sul Boulevard des Italiens -con le lampade elettriche bianche e i becchi a gas gialli- con migliaia di volti estranei che alla luce elettrica avevano l’aria di fantasmi.

Con queste parole Edvard Munch descriveva nei suoi diari personali il senso di vuoto e di smarrimento provocato durante un viaggio a Parigi nel 1889. Le impressioni suscitate dalle sue frequenti passeggiate notturne si trasformano nel 1892 in Sera sulla via Karl Johan, ambientato in una delle strade più rinomate di Oslo. Oggi conservata al museo di Bergen, il dipinto unisce il tema dell’alienazionmentale alla feroce critica antiborghese, trasformando l’innocuo rituale della passeggiata serale per le vie del centro in una lugubre marcia di morti viventi. La massa borghese amorfa e indefinita avanza compatta mentre l’artista si rappresenta di spalle mentre procede in direzione opposta. Il dipinto trasforma una passeggiata serale di una folla in un inquietante denuncia contro il conformismo sociale.




SO DO THEY ALL

I was on the Boulevard des Italiens - with white electric lamps and yellow gas spouts - with thousands of strange faces that looked like ghosts in the electric light.

With these words Edvard Munch described in his personal diaries the sense of emptiness and bewilderment caused during a trip to Paris in 1889. The impressions aroused by his frequent night walks are transformed in 1892 into Evening on Karl Johan Street, set in one of the most famous streets in Oslo. Today preserved at the Bergen museum, the painting combines the theme of mental alienation with fierce anti-bourgeois criticism, transforming the harmless ritual of the evening walk through the streets of the centre into a gloomy march of the living dead. The amorphous and indefinite bourgeois mass advances compact while the artist represents himself from behind while proceeding in the opposite direction. The painting transforms an evening walk of a crowd into a disturbing denunciation against social conformism.

giovedì 5 giugno 2025

ASSENZA DI PERTURBAZIONI SONORE

 …..Il silenzio è oggi l’unico fenomeno «senza utile». Esso non conviene al mondo di oggi che è mondo dell’utile, non ha nulla di comune con questo mondo, sembra privo di qualsiasi scopo, non si presta allo sfruttamento. Il mondo dell’utile si è annessi tutti gli altri grandi fenomeni. Persino lo spazio fra cielo e terra è ridotto oggi a un pozzo luminoso che serve solo a far volare gli aeroplani. L’acqua e il fuoco, gli elementi, sono assorbiti dal mondo dell’utile e considerati solo in quanto prendono parte alla vita di questo mondo, perduta ormai ogni esistenza indipendente da esso. Invece il silenzio sta al di fuori del mondo dell’utile, non è possibile «farsene» nulla, dal silenzio non si ricava nulla nel vero senso della parola; il silenzio è improduttivo e quindi privo di qualsiasi valore. Eppure dal silenzio scaturisce più soccorso, più consolazione di quanto derivi da tutto ciò che è utile. Esso, l’inutile, si mette accanto a tutto ciò che è troppo utile, all’improvviso sorge accanto al troppo utile, spaventando per la sua apparente mancanza di scopo, interrompendo la corsa del troppo utile. Il silenzio aumenta l’inviolabilità delle cose, attenua le ombre che lo sfruttamento distende sulle cose, restituisce le cose nella loro integrità nel riportarle dal mondo della utilità dispersiva al mondo dell’integrità dell’essere. [...] Nulla ha tanto mutato l’essenza dell’uomo quanto la perdita del silenzio [...]. Una volta [...] l’uomo doveva cominciare col rompere il velame del silenzio prima di potersi avvicinare a un oggetto, e il silenzio stava persino dinanzi ai pensieri che egli volesse pensare. L’uomo non poteva gettarsi immediatamente sulle cose o sui pensieri [...]. Lentamente penetrava in un pensiero: nel posto che va da un pensiero all’altro c’è sempre il silenzio; il ritmo del silenzio scandisce il movimento. La roccia primordiale del silenzio doveva essere smossa prima che l’uomo potesse procedere, ma poi, quando si arrivava a un pensiero, l’uomo era veramente in quel pensiero, il pensiero o la cosa esistevano soltanto allora: così profondamente l’uomo entrava nel pensiero o nella cosa, che aveva luogo una vera generazione di presenza. Oggi l’uomo non si muove più attivamente verso il pensiero e verso le cose, che vengono assorbite in lui, si precipitano su di lui, lo circondano, egli non è più un uomo che pensa, ma soltanto uno che è pensato [...]. In questo mondo, che calcola tutto secondo l’utile immediato, non c’è più posto per il silenzio. Il silenzio è stato bandito, perché non era lucrativo ...

Max Picard, “Il mondo del silenzio” [Die Welt des Schweigens, 1949]