giovedì 5 giugno 2025

ASSENZA DI PERTURBAZIONI SONORE

 …..Il silenzio è oggi l’unico fenomeno «senza utile». Esso non conviene al mondo di oggi che è mondo dell’utile, non ha nulla di comune con questo mondo, sembra privo di qualsiasi scopo, non si presta allo sfruttamento. Il mondo dell’utile si è annessi tutti gli altri grandi fenomeni. Persino lo spazio fra cielo e terra è ridotto oggi a un pozzo luminoso che serve solo a far volare gli aeroplani. L’acqua e il fuoco, gli elementi, sono assorbiti dal mondo dell’utile e considerati solo in quanto prendono parte alla vita di questo mondo, perduta ormai ogni esistenza indipendente da esso. Invece il silenzio sta al di fuori del mondo dell’utile, non è possibile «farsene» nulla, dal silenzio non si ricava nulla nel vero senso della parola; il silenzio è improduttivo e quindi privo di qualsiasi valore. Eppure dal silenzio scaturisce più soccorso, più consolazione di quanto derivi da tutto ciò che è utile. Esso, l’inutile, si mette accanto a tutto ciò che è troppo utile, all’improvviso sorge accanto al troppo utile, spaventando per la sua apparente mancanza di scopo, interrompendo la corsa del troppo utile. Il silenzio aumenta l’inviolabilità delle cose, attenua le ombre che lo sfruttamento distende sulle cose, restituisce le cose nella loro integrità nel riportarle dal mondo della utilità dispersiva al mondo dell’integrità dell’essere. [...] Nulla ha tanto mutato l’essenza dell’uomo quanto la perdita del silenzio [...]. Una volta [...] l’uomo doveva cominciare col rompere il velame del silenzio prima di potersi avvicinare a un oggetto, e il silenzio stava persino dinanzi ai pensieri che egli volesse pensare. L’uomo non poteva gettarsi immediatamente sulle cose o sui pensieri [...]. Lentamente penetrava in un pensiero: nel posto che va da un pensiero all’altro c’è sempre il silenzio; il ritmo del silenzio scandisce il movimento. La roccia primordiale del silenzio doveva essere smossa prima che l’uomo potesse procedere, ma poi, quando si arrivava a un pensiero, l’uomo era veramente in quel pensiero, il pensiero o la cosa esistevano soltanto allora: così profondamente l’uomo entrava nel pensiero o nella cosa, che aveva luogo una vera generazione di presenza. Oggi l’uomo non si muove più attivamente verso il pensiero e verso le cose, che vengono assorbite in lui, si precipitano su di lui, lo circondano, egli non è più un uomo che pensa, ma soltanto uno che è pensato [...]. In questo mondo, che calcola tutto secondo l’utile immediato, non c’è più posto per il silenzio. Il silenzio è stato bandito, perché non era lucrativo ...

Max Picard, “Il mondo del silenzio” [Die Welt des Schweigens, 1949]


giovedì 15 maggio 2025

1862

 Il libro raccoglie i quaderni in cui lo scrittore austriaco ha annotato per oltre cinquant’anni i suoi sogni notturni, in cui compaiono anche molti dei personaggi che animavano il mondo culturale viennese fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Quelle che seguono sono le pagine relative all’anno 1914. Schnitzler aveva un particolare interesse per i sogni e un suo racconto sul tema – “Doppio sogno”, del 1925 – ha ispirato l’ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, nel 1999.

                


Arthur SchnitzlerSogni 1875-1931

domenica 11 maggio 2025

PRIMA VISIONE


 

Un cinema non convenzionale, volutamente manierista, dove tutto verte sulla potenzialità dell’amore inespresso. Questo è In the mood of love di Wong Kar Wai, non recente, datato 2000, il cui titolo originale cantonese è Fa yeung nin wah, che tradotto significa “l’età della fioritura”.

Hong Kong, 1962. Chow Mo-wan (Tony Leung), caporedattore di un giornale locale, si trasferisce con la moglie in un nuovo edificio. Lo stesso giorno, la segretaria Su Li-zhen (Maggie Cheung) trasloca con il marito nello stesso palazzo, proprio accanto all’appartamento di Chow. Di lì a poco, Chow e Su scoprono che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione clandestina. Tristi e feriti, i due decidono di collaborare per cercare di trovare una spiegazione all’infedeltà e si ripromettono di non diventare mai come loro. Tuttavia, Chow e Su sviluppano lentamente un’empatia reciproca e finiscono per innamorarsi lo stesso. Il loro rapporto si tramuta così in una storia d’amore non convenzionale.

La narrazione si snoda in un susseguirsi di emozioni, dando vita a un intricato mosaico in cui si mescolano i sentimenti umani. Il regista utilizza con maestria la macchina da presa per immortalare la ricchezza di emozioni sullo schermo, fino a renderle quasi tangibili. Ne scaturisce un ritratto nostalgico di un’epoca lontana. Parallelamente, Wong Kar Wai erige un tributo emotivo all’universalità dell’amore che attraversa ogni spazio e tempo.

Ogni singola inquadratura di In the Mood for Love è come un dipinto, composto da cravatte e borsette, zuppa di sesamo e camere invase dal fumo di sigaretta. Ogni indumento indossato dalla signora Chan pare un pezzo d’arte pregiata e i suoi abiti contribuiscono a scandire il flusso del tempo insieme alla musica volutamente ripetitiva.

Per chi non ama i film romantici..



An unconventional cinema, deliberately mannerist, where everything is focussed on the potential of unexpressed love. This is In the mood of love by Wong Kar Wai, not recent, dated 2000, whose original Cantonese title is Fa yeung nin wah, which translated means "the age of flowering".

Hong Kong, 1962. Chow Mo-wan (Tony Leung), editor-in-chief of a local newspaper, moves with his wife to a new building. On the same day, secretary Su Li-zhen (Maggie Cheung) moves with her husband to the same building, right next to Chow's apartment. Soon, Chow and Su discover that their respective spouses have a clandestine relationship. Sad and hurt, the two decide to collaborate to try to find an explanation for infidelity and promise themselves never to become like them. However, Chow and Su slowly develop mutual empathy and end up falling in love anyway. Their relationship thus turns into an unconventional love story.

The narrative unfolds in a succession of emotions, giving life to an intricate mosaic in which human feelings are mixed. The director masterfully uses the camera to immortalise the richness of emotions on the screen, until they are almost tangible. The result is a nostalgic portrait of a distant era. At the same time, Wong Kar Wai makes an emotional tribute to the universality of love that crosses every space and time.

Every single shot of In the Mood for Love is like a painting, composed of ties and handbags, sesame soup and rooms invaded by cigarette smoke. Every garment worn by Mrs. Chan looks like a piece of fine art and her clothes help to mark the flow of time along with the deliberately repetitive music.

For those who don't like romantic movies..