ioJulia
Non voglio parlare di me, ma seguire il secolo, il rumore e l'evolversi del tempo ...
mercoledì 1 ottobre 2025
OTTOBRE
venerdì 26 settembre 2025
SILENT FILM
Le Giornate del cinema muto di Pordenone rappresentano una delle più importanti manifestazioni cinematografiche mondiali dedicate alla riscoperta ed allo studio del cinema muto e al cinema delle origini. Sono organizzate dalla Cineteca del Friuli e si svolgono nel mese di ottobre dal 1982.
Oltre alla qualità delle proiezioni, punto d'onore delle Giornate sono gli accompagnamenti musicali. Durante tutto il festival, un gruppo di pianisti, tra i più quotati specialisti a livello mondiale, suona, improvvisando, musiche originali o contemporanee, e negli eventi speciali si esibiscono gruppi musicali o intere orchestre.
Al Teatro Verdi di Pordenone dal 4 all’11 ottobre. Pre-apertura il 3 ottobre a Sacile e replica dell’evento finale al Verdi il 12 ottobre
The Days of Silent Cinema of Pordenone represent one of the most important world cinematographic events dedicated to the rediscovery and study of silent cinema and the cinema of the origins. They are organised by the Cineteca del Friuli and take place in October since 1982.
In addition to the quality of the screenings, the point of honour of the Days are the musical accompaniments. Throughout the festival, a group of pianists, among the most listed specialists in the world, play, improvise, original or contemporary music, and at special events musical groups or entire orchestras perform.
Calendario eventi https://www.giornatedelcinemamuto.it/wp-content/uploads/2025/09/Calendario-GCM2025-2p-v5.pdf
In streaming https://www.giornatedelcinemamuto.it/abbonamenti-online-online-subscription/
lunedì 22 settembre 2025
SECONDA VISIONE
Paterson altro non è che un’ode alla quinta arte: la poesia, che amo, come amo Jarmusch, autore a tutto tondo dallo stile profondamente minimalista e quest’anno vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con “Father Mother Sister Brother”. Nel film i riferimenti alla poesia sono numerosi ma nascosti, bisogna fare molta attenzione, tranne uno: William Carlos Williams autore del poema Paterson dedicato a questa città dove è nato il protagonista che porta lo stesso nome. È il poeta preferito del giovane, che legge e rilegge Williams, lo legge alla moglie, ed è discepolo del suo minimalismo che osserva le cose.
— Dillo, nessuna idea se non nelle cose -
nient'altro che le facce vuote delle case
e degli alberi cilindrici
piegati, biforcati da preconcetti e incidenti -
divisi, solcati, sgualciti, screziati, macchiati -
segreti - nel corpo della luce!
da “Paterson” William Carlos Williams
Paterson osserva ciò che accade. E come insegna il buddhismo zen, la realtà è così com’è, e ogni cosa accade come l’ordine cosmico fa in modo che accada; cammina, scrive, dorme abbracciato alla moglie, conduce il bus, beve una birra, parla con una bambina che scrive poesie. La sua esistenza ha la cadenza di giorni tutti uguali ma mai realmente identici. Solo che in quella ripetizione c’è tutto il ritmo della vita e della poesia. Perché in quelle giornate scandite da orari e abitudini entrano in gioco imprevisti, incontri inattesi, frammenti di conversazioni e sfumature che arricchiscono e modificano il tempo. C’è tutto un mondo di possibilità dove, a fare la differenza, è la “quarta dimensione” il tempo.
La corsa
Passo attraverso
trilioni di molecole
che si fanno da parte
per lasciar passare me
mentre su entrambi i lati
altri trilioni
restano dove sono.
Le spazzole del tergicristallo
cominciano a scricchiolare
la pioggia si è fermata
io mi fermo
all'angolo
un bambino
con un impermeabile giallo
stringe la mano di sua madre
Nelle poesie di Paterson negli occhi quasi umani di Marvin, il loro cane, nei dialoghi semplici ma carichi di umanità tra la coppia o tra gli avventori in un bar, Jarmusch sorprende e affascina con il suo mondo ideale fatto di piccole cose che sembrano invece infinitamente grandi, una nuova idea di felicità, vero e proprio “contrappasso”: una reazione radicale alla cultura del “fare” e del “consumare”.
E la scena decisiva del film ha la bellezza silenziosa del grande cinema e dei grandi haiku giapponesi perché l’enigma della vita è tutto nelle “infinite possibilità della pagina bianca”.
Le poesie di Paterson sono scritte da Ron Padgett e Jarmusch ha espressamente richiesto una grande cura per la traduzione italiana.
Il film Paterson è disponibile ora gratuitamente su Raiplay e su Amazon Prime.
Paterson is nothing more than an ode to the fifth art: poetry, which I love, as I love Jarmusch, an all-round author with a deeply minimalist style and this year winner of the Golden Lion at the Venice Film Festival with "Father Mother Sister Brother".
In the film the references to poetry are numerous but hidden, you have to be very careful, except for one: William Carlos Williams author of the poem Paterson dedicated to this city where the protagonist who bears the same name was born. He is the young man's favorite poet, who reads and rereads Williams, reads him to his wife, and is a disciple of his minimalism that observes things.
— Say it, no ideas but in things-
nothing but the blank faces of the houses
and cylindrical trees
bent, forked by preconception and accident-
split, furrowed, creased, mottled, stained —
secret— into the body of the light!
from “Paterson” William Carlos Williams
Paterson observes what happens. And as Zen Buddhism teaches, reality is as it is, and everything happens as the cosmic order makes it happen; he walks, writes, sleeps hugging his wife, drives the bus, drinks a beer, talks to a little girl who writes poetry. His existence has the cadence of days all the same but never really identical. Only that in that repetition there is all the rhythm of life and poetry. Because on those days marked by schedules and habits, unforeseen events, unexpected meetings, fragments of conversations and nuances that enrich and modify time come into play. There is a whole world of possibilities where, that makes the difference, it is the "fourth dimension" time.
The run
I go through
trillions of molecules
that move aside
to make way for me
while on both sides
trillions more
stay where they are.
The windshield wiper blade
starts to squeak.
The rain has stopped.
I stop.
On the corner
a boy
in a yellow raincoat
holding his mother’s hand.
In Paterson's poems in the almost human eyes of Marvin, their dog, in the simple but full of humanity dialogues between the couple or among the patrons in a bar, Jarmusch surprises and fascinates with his ideal world made of small things that instead seem infinitely big, a new idea of happiness, a real "retotal": a radical reaction to the culture of "doing" and "consuming".
And the decisive scene of the film has the silent beauty of the great cinema and the great Japanese haiku because the enigma of life is all in the "infinite possibilities of the blank page".
Paterson's poems are written by Ron Padgett and Jarmusch has expressly requested great care for the Italian translation.
The Paterson movie is now available for free on Raiplay and Amazon Prime.
lunedì 15 settembre 2025
venerdì 12 settembre 2025
Copertine
Il 12 settembre 1975 usciva il nono album dei Pink Floyd “I wish you were here “.
È il disco dell’assenza e del ricordo, incentrato sulla figura di Syd Barrett, storico fondatore del gruppo e amico da sempre, ormai definitivamente lontano dalla band. Molti negozi si rifiutarono di venderlo a causa della copertina.
Le copertine dei dischi spesso sono opere d’arte, simboli della cultura e dell’immaginario del proprio tempo. L’autore di questa è Storm Thorgerson, fotografo e designer britannico ed è uno dei suoi lavori più affascinanti.
Ambientata negli studi della Warner, in California, rappresenta uno dei temi dell’album: la persona sulla sinistra impersona l’industria musicale, mentre quella a destra è l’ingenuo musicista, che si brucia vendendo metaforicamente la sua anima e i suoi desideri artistici nel momento stesso in cui entra a far parte di un’etichetta. Una stretta di mano può bruciarti. Puoi rimanere fregato dall’industria discografica, puoi rimanere deluso da un amico…
L’immagine in back cover, una foto scattata nel deserto di Yuma, in California, è “The Salesman”. Un uomo invisibile in giacca e cravatta e cappello elegante, molto simile a un businessman, porge un vinile trasparente, la quasi onirica visione del “venditore dei Floyd”.
Nella copertina interna di Wish You Were Here ci sono altre due immagini.
La prima è il tuffatore, “The Diver”, foto scattata nel lago alcalino di Mono, sempre in California. Negli anni l’immagine diventerà un pezzo da collezione ricercato in aste da capogiro, e disponibile in varie misure. Il tuffatore comunica assenza, perché in realtà non si vede: vediamo solo le sue gambe ed è curioso notare che il tuffo non provoca il minimo schizzo d’acqua, per cui anche il tuffo non c’è.
La seconda immagine nella copertina interna è un velo rosso che si muove nel vento.
La donna che si muove all’interno del velo, e con il vento, è assente a prima vista, solo perché l’occhio non la vede. Però c’è. Dobbiamo osservarla attentamente per vederne la forma.
Le due immagini descrivono l’assenza in due modi opposti: il tuffatore con una sensazione di immobilità, la donna nel velo con la percezione del movimento.
E poi l’idea finale: oscurare la copertina con un cellophane nero per rendere l’assenza ancora più presente.
I Pink Floyd non hanno rivoluzionato soltanto la musica rock, ma l’arte nel suo insieme.