sabato 14 marzo 2020

DUE FILM






Non conoscevo Giorgio Pressburger. Il caso ha voluto che mi imbattessi nel film "L'orologio di Monaco"  e l'incontro ha lasciato il segno.
Come vi sentireste nello scoprire che nella vostra famiglia attraverso varie ascendenze hanno fatto parte personaggi della cultura novecentesca del calibro di Karl Marx, il poeta Heinrich Heine, il compositore Mendelssohn, il filosofo Husserl, il regista di ‘Scarpette rosse’ Emeric Pressburger?
Questa e' la storia vera e raccontata in prima persona di Giorgio Pressburger, uno dei più alti intellettuali italiani ed europei, che ritroviamo appunto nel film documentario L’Orologio di Monaco di Mauro Caputo, liberamente tratto da un libro di racconti dello stesso Pressburger.
Scrittore, saggista, operatore culturale ai massimi livelli in letteratura e teatro rivive davanti alla cinepresa gli anni della sua nascita a Budapest, sul finire degli anni ’30, la fuga nel ’56 con l’invasione sovietica e l’arrivo a Trieste, la città in cui transitano i fantasmi di Joyce, Svevo, Kafka. Un film affascinante capace di unire le memorie personali di un grande intellettuale a quelle della drammatica, ma anche orgogliosa Storia del XX secolo europeo. Un film che Claudio Magris ha definito ‘intenso e struggente, forte e discreto, che fa parlare non solo gli uomini ma anche i paesaggi, le cose, le tracce degli uomini passati sulla terra’ e che per lo stesso Pressburger racchiude un unico grande messaggio: quello contro la servitù volontaria degli uomini.
Ho scoperto poi un secondo docufilm "Il profumo del tempo delle favole" sempre  tratto da un libro di Pressburger "Sulla fede" che narra di un uomo alla ricerca, tra dubbi e tormenti, dei segni della propria fede, mettendo a nudo la sua esperienza, scardinando certezze e false ipocrisie, entrando nelle pieghe più nascoste della mente umana. Indaga le paure infantili, le menzogne dell'età adulta, l'illuminazione della grazia e, attraverso il sostegno di alcuni compagni di viaggio come Dostoevskij, Kant e Kafka, il suo discorso si trasforma in un serrato confronto con la questione del male e della sofferenza. Le viuzze deserte di Trieste accompagnano i passi notturni di Giorgio P., uscito da un teatro dove si dava I fratelli Karamazov. Un romanzo che gli fa venire in mente la Bibbia, libri accomunati da delitto e violenza. Dostoevskij lo ossessiona, per certi versi gli somiglia. Ma sulla fede il russo non ha dubbi, parla fin troppo di un Dio di cui nulla si può dire. Meglio un altro compagno di strada, un ebreo di Praga, Franz Kafka. Uno che Dio non lo nomina mai ma non fa altro che dialogare con lui. E qui Pressburger afferma: "Come dice Simone Weil, si può amare anche qualcuno che non esiste. E io penso che non esista. Eppure la disperazione della fede è necessaria al nostro essere uomini". Perche' "La fede nasce così, dal terrore, non dall’amore", mormora Giorgio P.

Purtroppo fino a ieri erano reperibili entrambi su Raiplay, oggi solamente uno. 



6 commenti:

  1. Cara Julia, non so dove tu sia ma spero tu ed i tuoi care stiate bene e safe ...un abbraccio forte

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    1. Ciao fly, grazie. Ti ho risposto da te. Un caro saluto e take care..

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    2. Ho letto il tuo messaggio...davvero strane coincidenza.
      Non so se ci sia un modo per scriverti un messaggio più' privato, comunque brevemente ti dico che si, sono preoccupata per mia madre che si trova in Romagna, per la mia salute non molto ma per la negligenza e ignoranza del governo inglese, lo sono. Ho anche paura di non poter tornare in Italia per chi sa quanto tempo. Questo paese mi ha deluso tantissimo.
      Sono contenta che tu stia bene...per il resto, questa volta mi auguro che il tempo passi in fretta.
      Grazie ancora per avermi scritto x

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  2. Lo conoscevo come regista teatrale (sia nel teatro e nella lirica) ed era molto bravo, apprezzato da molti e dalla stampa. E' stato capace di dare anche una impronta politica al suo lavoro ricoprendo vari incarichi ed ha avuto una vita notevole (anche avventurosa in alcuni casi). Altri aspetti della sua carriera e della sua vita non li conoscevo come il film che hai citato ma cercherò di recuperare.
    Un salutone e buona domenica

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    1. I due film di cui parlo sono stati una vera sorpresa e mi hanno regalato due ore ricchissime, come poche volte capita guardando la normale tv.
      Credo scriverò qualcosa perché raiplay offre anche altro, e in questi giorni po' fare bene.
      Ciao e grazie

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