giovedì 1 ottobre 2020

OTTOBRE

 

                                                                  Gustave Caillebotte  - Autoritratto  -  1892

Se pensiamo agli impressionisti, pensiamo a Monet, Manet, Renoir, Degas, qualche volta Sisley o Pissarro. Ma accanto ai nomi principali, ci furono anche artisti che non sono finiti nell’immaginario collettivo e non perche' fossero figure meno suggestive dei loro colleghi più famosi. Uno di questi artisti solitamente dimenticati dal grande pubblico è Gustave Caillebotte. 

Eppure Caillebotte è stato uno degli impressionisti più moderni e innovativi, decisamente avanti rispetto ai tempi. Pochi altri, come Caillebotte, negli anni Settanta dell’Ottocento compresero l’importanza dell’aiuto che l’appena nata fotografia poteva apportare alla pittura. Ne risulta, dunque, che i dipinti di Caillebotte ci appaiono come vere istantanee della vita parigina di fine Ottocento.

Il suo talento era noto ai contemporanei come pero' la sua fama di garçon riche (“ragazzo ricco”) che faceva sì che molti lo considerassero poco più che un dilettante che poteva permettersi di oziare dipingendo. E proprio grazie alle sue ricchezze, Caillebotte si diede parecchio da fare per il gruppo dei pittori impressionisti, di cui egli fu parte integrante. Diventò insomma non soltanto uno dei maggiori pittori del gruppo, ma ne fu anche uno dei principali mecenati. Dopo la sua scomparsa prematura, i suoi esecutori testamentari fecero rispettare le sue volonta. Aveva infatti scritto nel suo testamento, già redatto nel 1876: “Io dono allo Stato i dipinti che possiedo; tuttavia, siccome voglio che questo dono sia accettato nella misura in cui le opere non finiscano in una soffitta o in un museo di provincia, ma finiscano prima al Luxembourg e poi al Louvre, è necessario che trascorra un po’ di tempo prima che questa clausola venga eseguita, e cioè fino al momento in cui il pubblico non dico che capirà queste opere, ma almeno le accetterà”. Caillebotte aveva previsto bene.


                                               

4 commenti:

  1. Grazie per questo post perché hai parlato di un artista per me sconosciuto e dalla storia molto interessante
    Un salutone e buon fine settimana

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  2. Ciao accadebis. Sono sicura che questo lo conosci di sicuro :-)

    https://artslife.com/2019/07/15/limpressionismo-sperimentale-di-caillebotte-berlino-celebra-il-pittore-delle-strade/

    Un grande personaggio che è stato di grande aiuto per tutti gli impressionisti. Purtroppo è ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
    Grazie della visita, come sempre.
    Buon ottobre a te...

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    1. Hai ragione. Sono andato sul link e appena ho visto la foto l'ho subito riconosciuto (un quadro famosissimo) e non c'è dubbio che sia stato un grande personaggio. Ahimè, concordo con te, poco conosciuto.
      Un salutone ed è sempre piacevole passare dal tuo blog

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  3. Ero rimasto molto affascinato nell’ammirare al Musée d’Orsay gli Operai che lamano il parquet di questo “impressionista” rimasto ben ancorato alla sua formazione classica, accademica e al disegno, che non sostituisce con tonalità di colori come fanno i suoi amici Pissarro e Monet, poi ho avuto modo di ammirare il celebre dipinto che citi tu nel commento, Una strada parigina sotto la pioggia, entrambi bellissimi, ma non ricordavo di aver mai osservato un suo autoritratto.
    Condivido il tuo giudizio su di lui, quando scrivi che: “Eppure Caillebotte è stato uno degli impressionisti più moderni e innovativi, decisamente avanti rispetto ai tempi”.
    Sono andato a rivedere cosa scrive di lui Philippe Daverio: “ Nel 1875 Caillebotte descrive con formidabile dovizia i lavoratori dei parquet mentre lamano il legno posato. Curioso il caso Caillebotte. Suo padre fa fortuna con le forniture militari. Lui è appassionato di barche a vela, progettista navale di bellissime barche da competizione. Nomen omen in quanto quel parquet a stecche incrociate che lascia finestrelle vuote atte a far scolare l’acqua lo si chiama ancora oggi e sin dal XVII secolo caillebotis e nella marineria italiana carabottino". (Il museo immaginato. Il secolo lungo della modernità, Rizzoli, 2012, p. 255).
    Con questo commento ho voluto fare un omaggio all’insigne pittore Gustave Caillebotte, al grande Philippe Daverio, che purtroppo è venuto a mancare da poco e, naturalmente, anche a te che scrivi post sempre molto interessanti che stimolano il mio senso estetico e meritano riflessioni e approfondimenti.
    Ciao

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