Il libro raccoglie i quaderni in cui lo scrittore austriaco ha annotato per oltre cinquant’anni i suoi sogni notturni, in cui compaiono anche molti dei personaggi che animavano il mondo culturale viennese fra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Quelle che seguono sono le pagine relative all’anno 1914. Schnitzler aveva un particolare interesse per i sogni e un suo racconto sul tema – “Doppio sogno”, del 1925 – ha ispirato l’ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, nel 1999.
Arthur Schnitzler, Sogni 1875-1931
Schnitzler considera i sogni come un monologo interiore, un discorso intimo, fatto a se stesso, il suo libro è una specie di diario da cui non trae alcuna legge universale sui sogni, come fa Freud, che li considera l’appagamento allucinatorio di un desiderio inconscio.
RispondiEliminaNel libro che hai citato la coppia di giovani sposi inizia a confessarsi a vicenda alcune sensazioni e alcuni desideri, che suscitano nell’altro altre sensazioni e altri desideri, entrambi sembrano vivere in uno stato di coscienza perennemente alterato, fra conscio e inconscio, reale o immaginario, eccitante o molto pericoloso.
Tutto il contrario, invece, del film In the Mood of Love, che mi è piaciuto molto, soprattutto perché entrambi i protagonisti cercano di capire l’evolversi degli eventi che li riguardano, se stessi e i sentimenti che iniziano a provare, nel totale rispetto reciproco e nel rispetto di tutte le parti in causa, distinguendosi così dai rispettivi coniugi che hanno agito i loro sentimenti senza comprenderli e senza badare al rispetto proprio o altrui.
Ciao.
Schnitzler mi è piaciuto per questo. Nessun intento speculativo. Un po’ come si fa tutti quando la mattina si riavvolgono i sogni fatti..
EliminaSono contenta che In the mood of love ti sia piaciuto
Ciao