Frederic Leighton - Flaming June - 1895
Frederic Leighton, il più eccentrico dei preraffaelliti, che avvampò di arancione gran parte delle sue tele, dipinse Flaming June tra il 1894 e il 1895. Il ritratto passò di mano in mano fino al 1963, quando apparve nella vetrina di una galleria londinese in vendita per circa mille sterline. Il collezionista Luiss Ferré lo vide e restò fulminato. Fu quell’arancione a conquistarlo. Ferré ne tradusse il titolo in Sol ardiente de junio e lo elesse a simbolo della sua intera collezione nel Museo de Arte de Ponce a Porto Rico dove si trova tutt'ora.
La giovane donna che sembra immersa in un sonno profondo, lontana da questo mondo e priva di qualsiasi difesa è Dorothy Dane, forse amante del ricco Lord, ma su questo non ci sono testimonianze concrete. In ogni caso la sua bellezza conquistò il mondo tanto da permetterle, in seguito, di diventare un'attrice famosa, supportata all'inizio della carriera proprio da Leighton.
Dall’antichità alla fine del XIX secolo, un minerale vulcanico trovato nelle fumarole sulfuree era la principale fonte per la produzione di pigmento arancione.
L’orpimento (solfuro di arsenico) è un minerale altamente tossico, come è noto, è ricco di arsenico e “matura” in una varia tonalità di colori che vanno da un giallo miele ad un arancio intenso quando viene posto sul fuoco.
Convinti che potesse essere un ingrediente chiave nella creazione della pietra filosofale, per secoli gli alchimisti si esposero senza riserve al contatto con questa sostanza tossica.
E così anche gli artisti per i quali entrare nel mistero nascosto dell’arancione era flirtare, allo stesso tempo, con la morte e l’immortalità.
Anche questa volta hai scelto un artista molto bravo. Che storia che ha questo quadro (ma non è la prima volta nella storia dell'arte) e la storia collegata
RispondiEliminaUn saltuone e alla prossima
In questi casi la storia dell'arte si fa davvero avvincente...
RispondiEliminaBuon giugno
Ciao e grazie
Trovo che sia il dipinto più indovinato che tu potessi trovare per questo giugno ardente. Di Leighton conosco soltanto i suoi quadri più famosi e poco più, e sono felice di approfondire la sua conoscenza sul tuo blog. Non sapevo che la modella per Flaming June fosse stata Dorothy Dane, conosco più approfonditamente le muse di Morris e di Rossetti, Jane Burden ed Elizabeth Siddal, perché le donne con una folta chioma di capelli mi attraggono molto di più istintivamente.
RispondiEliminaForse il motivo del fatto che questo splendido quadro non abbia incontrato inizialmente molto successo e fosse finito a Puerto Rico, venduto per poco più di un migliaio di sterline, sia da ricercare nel fatto che il sonno profondo, l’abbandonarsi completamente a quel giaciglio improvvisato, ammantata di un leggero vestito e attorniata da scialli colorati, dove i lunghi capelli quasi si confondono con uno di questi così come lei sembra confondersi col paesaggio, è solo apparenza, è soltanto un lato della medaglia.
Nel complesso il dipinto assomiglia moltissimo al Tondo Doni di Michelangelo, non certo per la potenza muscolare con cui quest’ultimo dota i suoi modelli sulla tela, quanto per le linee di forza impresse alle figure che creano un vortice di movimento che contrasta con la stasi del sonno.
Il piede sinistro sembra quasi voler sollevare tutta la gamba, non è certo in una posizione consona ad una dormiente, anche le braccia sembrano premere l’uno sull’altro e quest’ultimo sui capelli che invece si adagiano mollemente smorzando il vortice creato dagli arti superiori: quiete e movimento, all’erta e abbandono quasi si rincorrono, giocano fra loro e il loro contrasto è ripreso dall’uso sapiente dei colori, che alternano le tonalità pastello che infondono serenità, con quell’intensa macchia di arancio al centro che sembra quasi un fuoco avvolgente che avvampa all’improvviso dalla figura e che sembra promanare dalla donna (il colore dell’abito è lo stesso delle sue guance).
Molte persone in passato, e anche nel presente (alchimisti, artisti, navigatori, avventurieri, esoteristi) attratte dalla bellezza e dalla verità che sembravano celare alcuni elementi, non hanno esitato a rischiare la loro vita e la loro salute maneggiando sostanze di rara bellezza ma estremamente pericolose: forse il messaggio di Leighton con questo suo dipinto potrebbe essere questo.
Attendo a breve luglio.
Ciao
I tuoi commenti ai post arricchiscono sempre.... Non avevo pensato al Tondo Doni e cosi sono andata a rivederlo.
EliminaGrazie, questi scambi sono rugiada nell'arido deserto social-culturale del momento.
Ciao e buon luglio