martedì 29 luglio 2025

LE MOSTRE CHE VORREI…

 Elliot Erwitt. Lo sguardo ironico e disarmante del fotografo Elliott Erwitt, grande interprete della cultura visiva del ‘900, è protagonista della mostra Icons a Palazzo Bonaparte fino al 21 settembre, Roma.

 


 Vivian Maier.  Torna una mostra in Italia dedicata alla celebre fotografa americana con oltre 200 fotografie a colori e in bianco e nero, al Centro Culturale Altinate-San Gaetano fino al 28 settembre, Padova.



 Dorothea LangeAl Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano 100 scatti della fotografa americana, fino al 19 ottobre.





Non solo Rinascimento. «Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi» la mostra, fino 
al 28 novembre, Firenze.





In mostra all’M9, 50 dipinti scampati alla Seconda guerra mondiale nel museo francese raccontano il potere identitario del patrimonio culturale e il valore della memoria.
  «Arte salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre».
Tra questi «La Senna a Vétheuil», «Le scogliere di Varengeville» e «Il Parlamento di Londra» di Claude Monet, «L’escursionista» di Pierre Auguste Renoir, «La Senna a Point-du-Jour» di Alfred Sisley, «Paesaggio a Te Vaa» di Paul Gauguin, «Imbarcazione con festoni a Le Havre» di Raoul Dufy, «Il bacino di Le Havre» di Albert Marquet, «Interno con balcone» di Pierre Bonnard e «Barca sulla riva» di Georges Braque. Fino al 31 agosto, Mestre.



 







Elliott Erwitt, Bulldogs on stoop, stampa in gelatina d’argento, 2020, New Jork 


Vivian Maier Self-Portrait, New York, 1953 Gelatin silver print


Dorothea Lange, La giovane evacuata Kimiko Kitagaki sorveglia i bagagli della famiglia, California, 1942


Una veduta della mostra «Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi» alle Gallerie degli Uffizi di Firenze


Claude Monet, «Il parlamento di Londra, effetto nebbia», 1903, MuMa Le Havre



sabato 12 luglio 2025

“Musique d’ameublement”

 A cent’anni dalla morte, Erik Satie resta un caso. La sua musica, la sua stessa vicenda umana continuano ad affascinare e a sorprendere gli appassionati nonostante alla riconosciuta importanza storica non corrisponda oggi un’adeguata presenza nel mondo concertistico. L’ originalità della sua vena creativa si manifesta nelle musiche non meno che nella scrittura, nel suono e nelle parole. L’utilizzo di armonie poco comuni, con accordi scollegati e distanti fra loro, note spesso ripetute, l’esposizione lenta e introspettiva, la brevità, una nuova libertà metrica e ritmica. Tutti elementi che hanno fatto di questi brani una sorta di “colonna sonora” post-moderna, meditava, contemplativa. Un esempio  il pezzo pianistico intitolato Vexations, nato alla fine della tormentata relazione con Suzanne Valadon: due-tre minuti di musica che però l’autore prescrisse ripetuti 840 volte, a delineare una teorica e paradossale maratona di esecuzione/ascolto dai connotati ipnotici o di trance percettiva. Chi prese molto sul serio quelle indicazioni fu John Cage, il musicista californiano, esponente fra i più radicali della Seconda Avanguardia che considerava Satie “indispensabile”, un anticipatore dello strutturalismo. Fu Cage a realizzare per la prima volta l’esecuzione ripetuta 840 volte di quel brano, a New York nel settembre del 1963, per una durata di 18 ore e 40 minuti, con una squadra di dodici pianisti. E fu lui a riconoscere a Satie l’invenzione della ambient music, la  “Musique d’ameublement”, ovvero di arredo, come l’aveva chiamata Satie. Gli scritti di Satie sono un universo parallelo e uno specchio della sua musica così che può apparire sia un musicista prestato alla scrittura che uno scrittore prestato alla musica, sempre considerato un precursore, un ispiratore dell’innovazione, un dissacratore per metodo. Le  “Memorie di un amnesiaco” era la rubrica paradossale che aveva intitolato e tenuto su una rivista musicale. Quaderni di un mammifero contengono, minuziosamente commentati, appunti sulle proprie opere destinati agli esecutori e agli ascoltatori, articoli per riviste e giornali, testi teatrali. Lo stile è multiforme, colloquiale e alto insieme, incline ai giochi di parole, alle boutade, in qualche caso vicino alla scrittura automatica, propenso allo sberleffo, agli aforismi e ai paradossi, carico di un’ironia che rende difficile distinguere lo scherzo dalla considerazione seria. La raccolta è indispensabile per entrare nel mondo di Satie e costituisce una guida rivelatoria alla sua musica. Negli anni Quaranta del secolo scorso, occupandosi dell’autore francese morto il 1° luglio 1925, un fine scrittore di cose musicali come Alberto Savinio dimostrava di cogliere chiaramente la complessità della sua dimensione creativa, inseparabile dal suo vissuto, e la problematicità del giudizio critico. «Meglio che dai musicologi, annotava Savinio, egli stesso compositore e conoscitore per esperienza diretta dell’ambiente parigino di primo Novecento, il caso sarà risolto da uno psicologo. La condizione di Erik Satie è una condizione misteriosa e tragica».




da “Quaderni di un mammifero” di Erik Satie. Leggetelo!

 

 

 

 

 


martedì 1 luglio 2025

LUGLIO


 


Не гнетёт немая млечность,                             

Не тревожит звёздный страх.                              
Полюбил я мир и вечность,
Как родительский очаг.


Всё в них благостно и свято,
Все тревожное светло.
Плещет рдяный мак заката
На озёрное стекло.




The milky silence does not oppress me,

The fear of the stars doesn't bother me.

I love the world and the eternal

Like the native hearth.


Everything in them is benevolent and holy,

Everything that disturbs is bright.

The scarlet poppy of the sunset

Gouise on the glass of the lake.


Sergej Esenin
Non invano i venti hanno soffiato...