sabato 29 novembre 2025

Poesia scandinava



 Le pagine bianche dilagano ovunque!  Scopro orme di capriolo sulla neve. Lingua senza parole

Tomas Tranströmer, poeta, scrittore, musicista e traduttore svedese. Laureato in psicologia, ha alternato per anni il lavoro di psicologo con la scrittura. Le sue pagine si fanno apprezzare con la frequentazione nel tempo. Meditazione naturalistica, alternanza di parola e silenzio, densa di atmosfere sonore, condensato di sapere ed indagine antropologica, ecco la sua poetica volta a scoprire la dimensione profonda che si annida dietro il quotidiano. Nella sua raccolta di poesie ci sono opere di molti poeti e tutti rispondono al nome di Tomas Tranströmer. Egli è ogni il volta poeta della sua poesia e con questa ci si può stare un’ora o due, la si fa bastare per un giorno o più prima di leggerne un’altra. Si sta davanti ad una poesia come davanti ad un quadro.
    

Postludio

Come una sonda sul fondo mi trascino.
Mi si attacca tutto ciò che non serve.
Indignazione stanca, ardente rassegnazione.
I boia vanno a prendere pietre. Dio scrive sulla sabbia.

Stanze silenziose.
I mobili stanno pronti a spiccare il volo al chiaro di luna.
Entro in me stesso lentamente
per un bosco di vuote armature.



Molti passi

Si posero le icone nella terra rivolte in su

e la terra fu calpestata

da ruote e scarpe, da mille passi,

dai passi pesanti di diecimila scettici.

In sogno scesi in un fosforescente bacino sotterraneo,

una messa fluttuante.

Che forte nostalgia! Che speranza idiota!

E su di me il calpestío di milioni di scettici.


da “Poesia dal silenzio” 




Tomas Tranströmer, Swedish poet, writer, musician and translator. Graduated in psychology, he alternated his work as a psychologist with writing for years. His pages are appreciated with attendance over time. Naturalistic meditation, alternation of speech and silence, full of sound atmospheres, condensed knowledge and anthropological investigation, here is his poetics aimed at discovering the deep dimension that lurges behind everyday life. In his collection of poems there are works by many poets and they all respond to the name of Tomas Tranströmer. He is always the poet of his poem and with this you can stay an hour or two, you make it enough for a day or more before reading another one. You stand in front of a poem as in front of a painting.



Postlude

I drag like a grapnel over  world ground.
All I don’t need get stuck with me.
Tired indignation, burning indignation.
Hangmen fetches stones, God writes in sand.

Silent rooms.
The furniture stand s in the moonlight redy to  fly.
I walk slowly into myself
through a forest of empty armor.




Many steps 

The icons are laid in the 

earth face up 

and the earth trod down again 

by wheels and shoes, by thousands of steps, 

by the heavy steps of ten thousand doubters. 

In my dream I stepped down into a luminous underground pool, 

a surging litany. 

What sharp longing! What idiotic hope! 

And over me the tread of millions of doubters.



sabato 22 novembre 2025

Poesia scandinava

Qualcosa che sta tra il mistico e l’esotico, una lingua asciutta concentrata sulla percezione individuale, la mente e l'inconscio, la solitudine, l’interiorità, le contraddizioni esistenziali, la natura e il corpo umano. È una poesia costruita con i mattoni delle immagini che guarda al piano metafisico delle cose. Una volta letta, riletta, trascritta, cercata, diventa necessaria.     


  “Dammi del veleno per morire o sogni per vivere”, inizia così Apoteosi dGunnar Ekelöf, poeta scandinavo tra i più importanti del secolo, praticamente assente in Italia, introvabile persino in biblioteca. Pubblica il primo libro nel 1932, abbandona la lirica francese di cui fu traduttore e si appassiona a T.S. Eliot e ai filosofi islamici. La sua poesia non viene compresa perché lontana dal sociale e dalle convenienze. La sua ribellione ai diktat poetici del tempo si riflette in libri solari, assoluti, per alcuni assurdi. Membro dell’Accademia di Svezia dal 1958, onorato da un gruppo di discepoli che lo riteneva autore ‘di culto’, Gunnar Ekelöf preferì i panni dell’isolato e del viandante. 

 

OGNI UOMO È UN MONDO

Ogni uomo è un mondo, popolato
da esseri ciechi in oscura rivolta
contro l’ego sovrano che li sovrasta tutti.
In ogni anima mille anime sono imprigionate,
in ogni mondo mille mondi sono nascosti
e questi ciechi, questi reami inferiori
così reali e vivi, anche se incompiuti,
veri come me che vivo. E noi re
e sovrani dei mille possibili dentro di noi
siamo noi stessi sudditi, noi stessi prigionieri
in qualche esistenza più grande, di cui l’io e l’essere
la superiorità scambiamo per nostra superiorità.
Della loro morte e del loro amore
i nostri sentimenti hanno preso le tinte.

Come quando un possente battello passa
laggiù, sul filo dell’orizzonte, nel luccichio
della sera. E non sappiamo di quello
prima che un’onda ci raggiunga sulla spiaggia
prima una, poi un’altra e ancora molte altre
che colpiscono e s’infrangono finché tutto non è diventato
come prima. Eppure nulla è come prima.

Così noi ombre veniamo presi da una strana inquietudine
quando qualcosa ci dice che si è viaggiato
che qualcuno di quei possibili è stato liberato.


QUANDO COME ME CI SI È ALLONTANATI

 

Quando come me ci si è allontanati tanto nell’insensatezza

ritorna interessante ogni parola:

reperto nella terra

rivoltata da una pala d’archeologo

La breve parola tu

probabilmente una perla di vetro

appesa un tempo al collo di qualcuno

La grossa parola io

probilmente una scheggia di selce

servita a qualche sdentato per raschiarsi la carne 

incartapecorita




Something that is between the mystical and the exotic, a dry language focussed on individual perception, the mind and the unconscious, loneliness, interiority, existential contradictions, nature and the human body. It is a poem built with the bricks of images that looks at the metaphysical plane of things. Once read, reread, transcribed, searched, it becomes necessary.


"Give me poison to die or dreams to live", thus begins Apotheosis by Gunnar Ekelöf, one of the most important Scandinavian poets of the century, practically absent in Italy, impossible to find even in the library. He published his first book in 1932, abandoned the French lyric of which he was a translator and became passionate about T.S. Eliot and Islamic philosophers. His poetry is not understood because it is far from the social and the conveniences. His rebellion against the poetic diktats of his time is reflected in solar books, absolute, for some absurd. A member of the Swedish Academy since 1958, honoured by a group of disciples who considered him a 'cult' author, Gunnar Ekelöf preferred the roles of the isolated and the wayfarer.



Everyone is a world

 

Everyone is a world, peopled

by blind beings in dark commotion

against the self the king who rules them.

In every soul thousands of souls are trapped,

in every world thousands of worlds are hidden

and these blind, these underworlds

are real and living, though incomplete,

as true as I am real. And we kings

and princes of the thousand possibilities in us

are ourselves servants, trapped

in some greater creature, whose self and being

we grasp as little as our own superior

his superior. Our own feelings have taken

the color of their love and death.

 

As when a mighty steamship passes

far out, under the horizon, lying

in the evening glitter- - And we don’t know about it

until the swell reaches us on the shore,

first one, then another, and then many

which strike and boom until everything has become

as before. – Yet everything is different.

 

So we shades are troubled by a strange unease

When something tells us that others have gone ahead,

That some of the possibilities have been released.




When one has come as far

 

When one has come as far in meaninglessness as I

each word is interesting again:

Finds in the loam

That you turn with an archeological spade:

The little word “you”

perhaps a bead

that once hung from someone’s neck

The grand word “I”

perhaps a flint shard

that someone  in his toothlessness used to scrape his tough

meat







domenica 16 novembre 2025

Musei




da “Tra libri e quadri” Enrico Piceni 


Ci sono i grandi musei, famosi, attraversati da orde di visitatori, spesso storditi dalla quantità di opere da vedere limitatamente al tempo di cui dispongono. E poi ci sono gioielli nascosti e spesso trascurati dai tradizionali circuiti turistici. All’epoca della citazione di cui sopra si chiamava Musee Marmottan per diventare poi Musee Marmottan Monet poiché accoglie la più grande collezione di opere di Claude Monet al mondo nonché una splendida collezione di capolavori di Berthe Morisot, Gauguin, Manet, Renoir, Pissarro, Sisley, Degas, Daumier, Caillebotte, Corot, ed una ricca ed eclettica collezione di sculture, mobili e arti minori. Piccolo e raffinato museo allestito nell’ex palazzina di caccia del Duca di Valmy ai margini del Bois de Boulogne consente di vivere un affascinante viaggio indietro nel tempo a cominciare dall’emblematico Impression, Soleil levant, dipinto il cui titolo è all’origine del nome dato al celebre movimento artistico.



Si trova invece a Cefalù, al museo Mandralisca, quella «Gioconda al maschile» che è il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, dall’enigmatico sorriso al limite del sarcasmo, che ne increspa le labbra e accende lo sguardo di una scintilla amara e sprezzante. Della piccola tavola si sono innamorati viaggiatori e scrittori come Guido Piovene, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, che ci scrive addirittura un romanzo, Il sorriso dell'ignoto marinaioNel palazzo, già dimora del barone Enrico Pirajno di Mandralisca, si trovano le sue collezioni, dalle conchiglie all’archeologia con il famoso cratere del Venditore di tonno. Mentre la preziosa Annunciazione si trova al Museo Bellomo di Ortigia. Opera che, sola, varrebbe la visita.





There are the great museums, famous, crossed by hordes of visitors, often stunned by the amount of works to see limited to the time they have. And then there are hidden jewels and often overlooked by traditional tourist circuits. At the time of the above quote it was called Musee Marmottan to later become Musee Marmottan Monet because it houses the largest collection of works by Claude Monet in the world as well as a splendid collection of masterpieces by Berthe Morisot, Gauguin, Manet, Renoir, Pissarro, Sisley, Degas, Daumier, Caillebotte, Corot, and a rich and eclectic collection of sculptures, furniture and minor arts. Small and refined museum set up in the former hunting lodge of the Duke of Valmy on the edge of the Bois de Boulogne allows you to experience a fascinating journey back in time starting with the emblematic Impression, Soleil levant, a painting whose title is at the origin of the name given to the famous artistic movement.

Https://www.marmottan.fr/

Instead, in Cefalù, at the Mandralisca museum, is the "Men's Mona Lisa" that is the Portrait of a man by Antonello da Messina, with an enigmatic smile bordering on sarcasm, which purrs his lips and lights his gaze with a bitter and contemptuous spark. Travellers and writers such as Guido Piovene, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, who even writes a novel, Il sorriso dell'ignoto marinaio, fell in love with the small table. In the palace, former home of Baron Enrico Pirajno of Mandralisca, are his collections, from shells to archeology with the famous crater of the Tuna Seller. While the precious Annunciation is at the Bellomo Museum in Ortigia. Work that, alone, would be worth the visit.

Https://fundazionemandralisca.it/





 

domenica 9 novembre 2025

Velimir Chlébnikov - 1885

           


..” Eterno vagabondo, sempre incalzato dall’ irrequietudine, si trasferiva da un luogo all’altro della Russia, come un pellegrino romantico, come un Taugenichts, che attonito attraversasse un mondo di incantesimi domenicali. Ma i suoi versi non ebbero la magica virtù di alleviargli l’acerbita’ della vita, come il violino al personaggio di Eichendorff..”

Dalla prefazione di A. Ripellino a “Poesie di Chlébnikov ” Einaudi 1968

Possiedo e custodisco il libro di questo giovane poeta dalla vita commovente. “Per lungo tempo le poesie di Chlébnikov sono rimaste abbandonate, come vecchi aratri invasi dalla vegetazione..” e forse un po’ lo sono ancora…

Le ragazze, quelle che camminano
con stivali di occhi neri
sui fiori del mio cuore.
Le ragazze, che abbassano le lance
sui laghi delle proprie ciglia.
Le ragazze che lavano le gambe
nel lago delle mie parole.


Девушки, те, что шагают
Сапогами черных глаз
По цветам моего сердца.
Девушки, опустившие копья
На озера своих ресниц.
Девушки, моющие ноги
В озере моих слов.


The girls, those who walks 
With boots of black eyes
Upon the flowers of my heart.
The girls who put javelins
Upon their eyelashes’ lakes.
The girls who wash their legs
In the lake of my words.


https://www.anteremedizioni.it/files/Poesia_di_Chlebnikov.pdf

https://monoskop.org/images/b/b5/Khlebnikov_Velimir_Collected_Works_3_Selected_Poems.pdf

sabato 1 novembre 2025

NOVEMBRE


 

Variations on Lao Tzu / 3

The mind is like water: it must calm down to become clear and still.

If the mirror is agitated, the eye does not see and the thought does not catch.

While the prey, hidden, is partying.